La Formula 1 riparte questo fine settimana da Zandvoort, in Olanda, il cui colore nazionale è l’arancione. Quello stesso arancione che distingue le McLaren, dominatrici pressoché incontrastate di questo 2025. Tutti i riflettori saranno puntati su Oscar Piastri e Lando Norris, ingaggiati in un corpo a corpo per la conquista del titolo piloti.

Lontano da questo clamore si collocano tutti gli altri team, relegati in secondo piano e ognuno alle prese con le proprie magagne. Nel caso della Ferrari, quali possono essere le prospettive in vista della parte finale della stagione? Partiamo dal presupposto che l’obiettivo supremo, quello del Mondiale, ormai è sfumato. Nella classifica piloti Charles Leclerc ha un ritardo rispettivamente di 133 e 124 punti dagli alfieri di Woking, nella graduatoria costruttori la Rossa ha meno della metà dei punti del Team Papaya (260 a 559).

Alla luce di questi impietosi dati, non è neppure facile trovare un senso a ciò che resta del 2025. Teoricamente, il monegasco può ambire al terzo posto assoluto (Max Verstappen e George Russell sono avanti di 36 e 21 lunghezze) e la Scuderia di Maranello avrà modo di difendere la seconda posizione (è a +24 sulla Mercedes e a +66 su Verstappen e orpello).

Sostanzialmente, il massimo obiettivo è quello di confermare quanto già fatto nel 2024, almeno in termini di piazzamenti. Perché, se si ragionasse sui modi, ci sarebbe poco da stare allegri. Soprattutto guardando alla classifica costruttori, dove lo scorso anno il titolo venne conteso alla McLaren sino all’ultimo GP, mentre ora la sola domanda è legata a quando si chiuderanno aritmeticamente i conti.

Il senso ricercato dalla Ferrari, in realtà, è un altro. Quello di vincere una benedetta gara. Almeno una, per evitare la whitewash, la stagione in bianco. Quella sì che sarebbe un’onta, soprattutto alla luce delle ambizioni della vigilia. Ci sono ancora dieci cartucce da sparare per fare almeno un centro. Magari nella prediletta Monza, oppure in qualche tracciato urbano.

Negli ultimi due anni, ovvero da quando Fred Vasseur ha preso le briglie del Cavallino Rampante, si è palesata una tendenza opposta rispetto al passato. Dopo la pausa estiva, la Scuderia di Maranello ha visto migliorare le proprie performance. È sufficiente per sperare in almeno un acuto da qui a fine 2025?

L’arancione è il colore dominante della F1, che non a caso riparte dall’Olanda. Il rosso è quello della Ferrari, che deve evitare di andare in bianco. In tutto ciò, si aggiunge il verde, la tonalità della speranza di festeggiare almeno un’affermazione.

La speranza, come si suole dire, è l’ultima a morire. Se poi dovesse defungere senza neppure un successo ferrarista, allora si virerebbe sul nero, poiché il 2025 del Cavallino Rampante sarebbe davvero tale. C’è tempo fino a dicembre per evitare questa nefasta cromia.