Oggi si è presentato alla stampa il nuovo lungo della Pallacanestro Reggiana Jaime Echenique. 

Nell’introduzione Luca Marabotto (Team Manager) ha evidenziato la disponibilità immediata del giocatore ex- Petkim Spor oltre alle sue caratteristiche fondamentali: un’ottima presenza sotto canestro e la moltissima energia che è in grado di trasferire sia a se stesso che ai compagni. 

A prendere la parola è poi il giocatore stesso che ri-evidenzia quanto l’energia che porta in campo sia “contagiosa” soprattutto in un gruppo con tanti ragazzi giovani. A questo proposito ha descritto la squadra come un’unione di giocatori talentuosi, veterani e giovani, che riescono a dar vita a una “energia produttiva”. Inoltre Coach Priftis assomiglia molto al suo vecchio allenatore nella cura dei dettagli e l’alto livello d’esecuzione (la prima cosa che ha notato quando ha giocato contro la Reggiana in BCL). Jaime ha anche parlato del suo sviluppo come giocatore, spiegando che nelle ultime stagioni è diventato più dinamico e ha imparato a giocare sempre più lontano dal ferro.

Si è poi parlato molto del suo ex compagno di squadra in Turchia Bryson Williams che ora ritrova a Reggio, giocatore con cui ha legato molto ed è felice di ritrovare nella sua nuova esperienza. Echenique lo ha descritto come un giocatore molto versatile, troppo “grosso” per giocare da 4 e molto più veloce rispetto agli altri 5. Essendo inoltre dotato di un buon tiro dalla distanza mette ancora più in difficoltà le difese avversarie. Ci si potrebbe anche aspettare che Williams abbia svolto un ruolo cruciale nella firma di Jaime alla Reggiana, ma non è così. La prima persona a cui ha chiesto è stata una vecchia conoscenza dei biancorossi, ovvero Cassius Winston con cui ha giocato in NBA ai Washington Wizards. Ha poi consultato Justin Gorham (Tortona) con cui ha giocato in Lituania al Rytas. Da entrambi ha avuto un riscontro più che positivo sull’ambiente, sulla squadra e sulla città. Infine l’ultima persona da lui consultata è stata Donte Mathis (ha giocato in Italia dal 2003 al 2013), il suo mentore, colui che lo ha maggiormente aiutato quando è “sbarcato” in NBA senza sapere una parola di inglese.

Come ultima cosa ha parlato della sua scelta condivisa con la Nazionale colombiana di non prendere parte alla Coppa America per spendere l’estate per migliorare il suo gioco e per aiutare i più deboli come ha promesso a Dio. Sono infatti molteplici le sue opere di beneficenza nella sua città natale in Colombia grazie “alla posizione privilegiata che mi è stata concessa da Dio” (queste le sue parole).