Prima arrivarono i fuoristrada giapponesi, squadrati e indistruttibili, poi gli americani, enormi e fuori scala per l’Europa. Nel 1991 Opel infilò un coltello in quella geografia e creò la Frontera, una 4×4 che non chiedeva pedigree né capitali esagerati, promessa di libertà a prezzi accessibili. A tre o cinque porte, benzina o diesel, telaio robusto e trazione integrale inseribile, era un fuoristrada vero, ma con l’aria di una vettura di famiglia.
Lungo un decennio, fu la risposta alla fame di avventura della classe media e oggi quel nome ritorna, sotto differenti spoglie: la corrente elettrica ha sostituito il riduttore, i display hanno preso il posto delle leve e l’anima da esploratrice è diventata quella di un crossover urbano. Un cambiamento radicale, fotografia di come è cambiata l’idea di mobilità, e di come la Frontera, nel 2024, debba convincere un pubblico completamente diverso.
Il fuoristrada accessibile
Al Salone di Ginevra del 1991, Opel presentò la Frontera, un progetto nato insieme a Isuzu lontano da quanto aveva già in gamma, con base tecnica giapponese ma stile e produzione europei. La formula puntava sulla semplicità e sulla sostanza, con telaio a longheroni, sospensioni robuste, trazione posteriore con inserimento manuale dell’anteriore e riduttore meccanico da autentico off-road. Due le versioni. Dotata di tre porte, passo corto, hard-top rimovibile, motori benzina 2.0 da 115 CV o diesel 2.3 da 100 CV, la Sport, agile e spartana, andava incontro al bisogno di libertà pura, mentre la Wagon – cinque porte, più lunga e confortevole, con motori 2.4 benzina e poi turbodiesel di maggiore potenza – ammiccava alle famiglie affamate di avventura senza rinunciare a spazio e bagagliaio.
La stampa sottolineò subito il compromesso riuscito: non era un fuoristrada rustico tipo un Lada Niva, né un SUV di lusso, eppure poteva affrontare fango e neve, mettendo a disposizione all’interno sedili regolabili, finiture da berlina anni ’90, persino la radio integrata quando molti rivali avevano ancora impianti aftermarket.
Il successo fu immediato: in Italia, Francia e Germania si vedevano Sport colorate e Wagon scure con portabici e box da tetto, adatte in montagna d’inverno e al mare d’estate. Così, nel biennio 1993-1994, la Frontera divenne il fuoristrada più venduto in Europa e la domanda elevata indusse il costruttore ad aumentare i turni nello stabilimento di Luton, nel Regno Unito.
Il boom fu sia nei numeri di vendita sia nell’immaginario, oggetto del desiderio di insegnanti, piccoli imprenditori, famiglie che fino a poco prima viaggiavano su berline medie. La versione Sport, con il tetto rigido removibile, d’estate girava senza pannelli posteriori alla stregua di un piccolo Wrangler; la Wagon a cinque porte, invece, divenne popolare tra campeggiatori e sciatori, che finalmente potevano caricare attrezzatura e amici in linea con il proprio budget
Messa a confronto dalle riviste specializzate con Toyota Land Cruiser e Mitsubishi Pajero, la Opel non aveva la stessa reputazione off-road, ma costava decisamente meno e su asfalto offriva comfort e tenuta superiori, una doppia natura – mezzo da lavoro in settimana, partner di scorribande nel weekend -enfatizzata pure dalla pubblicità della Casa tedesca e per molti fu la prima e unica 4×4 posseduta in tutta la vita.
Nel 1995, in occasione del restyling, i paraurti vennero ridisegnati, l’abitacolo migliorato, gli airbag e il servosterzo entrarono nel pacchetto di serie, la gamma motori disse addio al 2.4 benzina e accolse il 2.2i 16V da 136 CV, i turbodiesel divennero più potenti e meno rumorosi. Dal 1998, con la seconda generazione, la Frontera crebbe in dimensioni e all’immancabile trazione integrale aggiunse climatizzatore, ABS, interni di classe superiore. Dopo oltre mezzo milione di unità, la produzione terminò nel 2004, un periodo dove il mercato aveva ormai cambiato pelle, in cui i SUV diventavano urbani, e dunque la Frontera si spense priva di eredi diretti, lasciando un vuoto che Opel riempì a distanza di anni con modelli molto più stradali come Antara e Mokka.
Opel Frontera (1991): scheda tecnica
- Motore: 2.4 benzina, 4 cilindri, 125 CV, 195 Nm
- Cambio: manuale, 5 rapporti
- Trazione: 4×4
- Velocità max: 153 km/h
- Consumi: 13,3 l/100 km (combinato)
- Lunghezza: 4.692 mm
- Peso: 1.725 kg (a vuoto)
- Posti: 5
Il crossover elettrico della nuova era
Il nome ritorna nel 2024, ma la ricetta è completamente diversa, infatti la nuova Frontera abbandona il mondo dei fuoristrada puri e si trasforma in crossover compatto su piattaforma Stellantis, la stessa di altri modelli cittadini del gruppo. Con linee pulite, frontale squadrato, interni digitali, motore elettrico da 156 CV e batteria da 54 kWh, lascia nel passato riduttori e marce ridotte.
La lunghezza di 4,38 metri e il passo di 2,67 collocano il modello nel cuore del segmento B-SUV, il bagagliaio va da 460 litri a 1.600 abbattendo i sedili posteriori ed è possibile scegliere tra due batterie, da 44 e 54 kWh, la prima adatta all’uso urbano, la seconda ai viaggi lunghi, che porta l’autonomia a 408 km nel ciclo WLTP. La ricarica in corrente continua arriva a 100 kW, mentre con wallbox domestico a 11 kW un pieno completo richiede oltre cinque ore, e se il salto al full electric appare prematuro, la gamma include anche varianti ibride a 48 volt con motori benzina tre cilindri, contenendo i consumi e le spese di utilizzo. Tuttavia, la svolta principale è il passaggio alla trazione anteriore perché oggi contano piattaforme leggere, costi ridotti e autonomia elettrica, non più la capacità di scalare mulattiere che nessuno affronterà.
All’interno il salto di generazione è evidente: due display da 10 pollici, comandi essenziali, sedili con funzione massaggio, connessione completa, frenata automatica, cruise control adattivo, mantenimento di corsia e telecamere a 360 gradi proiettano la Frontera in un segmento inesistente nel 1991.
I prezzi di listino della mild hybrid partono da circa 25.000 euro, quelli della BEV da poco meno di 30.000 euro, mirando a clienti urbani, famiglie giovani e flotte aziendali che chiedono costi di gestione bassi e dotazioni di sicurezza avanzate. Nella galassia Opel questo rilancio rappresenta il passaggio dal mezzo spartano con paraurti in lamiera al crossover elettrico connesso, per la gioia degli automobilisti che cercano silenzio, sicurezza e costi bassi al posto di fango e marce ridotte.
Opel Frontera (2024): scheda tecnica
- Motore: 1.2 turbo mild-hybrid, 3 cilindri più e-motor integrato, 136 CV, 230 Nm
- Cambio: automatico e-DCT, 6 rapporti
- Trazione: anteriore
- Velocità max: 190 km/h
- Consumi: 5,5 l/100 km (WLTP combinato)
- Lunghezza: 4.385 mm
- Peso: 1.269 kg (a vuoto)
- Posti: 5