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Martedì l’esercito russo è entrato nella regione di Dnipro, nell’Ucraina orientale, conquistando due piccole città, Zaporizke e Novoheorhiivka. La regione di Dnipro è a ovest del Donetsk e a nord di Zaporizhzhia, due delle aree su cui si sviluppa il fronte: da giugno l’esercito russo dice che i suoi soldati sono entrati nella regione, martedì lo ha riconosciuto anche l’Ucraina. I due piccoli centri conquistati non hanno più di un centinaio di abitanti ciascuno e non sono militarmente strategici, ma l’avanzamento delle truppe russe nella regione, per la prima volta in tre anni e mezzo di guerra, è un altro segno di una situazione complessa per l’esercito ucraino. Nelle ultime settimane l’esercito russo è riuscito ad avanzare in varie zone del fronte.
La regione di Dnipro prima della guerra aveva più di tre milioni di abitanti ed era la seconda area industriale del paese, dopo quella del Donbas (composta dalle regioni di Luhansk e Donetsk). L’esercito ucraino non ha riconosciuto la conquista dei due piccoli centri, sostenendo che gli scontri siano ancora in corso. L’avanzamento è stato invece riconosciuto anche dal sito DeepState, gestito da un gruppo di volontari ucraini, che dall’inizio della guerra ha la mappa più aggiornata sul fronte di guerra, grazie anche a contatti con militari ucraini.
La Russia attualmente controlla più del 20 per cento del territorio ucraino, nel sud-est del paese e in quattro regioni (oblast): da nord Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Nel 2022 la Russia annesse tutte e quattro le regioni con un referendum farsa non riconosciuto dalla comunità internazionale; ancora oggi però le controlla militarmente soltanto in parte (tranne Luhansk, di cui ormai ha completato la conquista).
La regione di Dnipro non è fra quelle reclamate dal regime di Vladimir Putin, ma potrebbe costituire uno dei cosiddetti “fronti secondari”. La Russia potrebbe anche essere interessata a conquistare territori nella regione nell’ottica dello “scambio di territori” proposto nell’incontro con Donald Trump, organizzato dall’amministrazione statunitense nel tentativo di arrivare alla fine della guerra.
La Russia reclama le quattro regioni che controlla parzialmente e si dice disposta a restituire agli ucraini piccole parti di territorio conquistate altrove, come nella regione di Kharkiv: se mantenuti, i territori conquistati nel Dnipro potrebbero diventare nuovi oggetti di scambio. Le trattative per la fine della guerra peraltro sono completamente ferme dopo il primo incontro fra Trump e Putin, soprattutto perché il regime russo non sembra davvero interessato a portarle avanti.