L’annuncio è stato rilanciato dal presidente Volodymyr Zelensky: un team ucraino incontrerà domani a New York i rappresentanti dell’amministrazione di Donald Trump. Bloomberg, qualche ora prima, aveva descritto questo scenario: al centro del vertice con l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, ci saranno le garanzie di sicurezza per Kiev e il futuro incontro tra Putin e Zelensky. Ai negoziati parteciperanno il capo dell’Ufficio della Presidenza dell’Ucraina, Andriy Yermak, e il segretario del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale, Rustem Umerov. «In queste ore si sono tenute anche riunioni in Arabia Saudita», ha aggiunto Zelensky. Intanto, l’ex vicepremier ucraina Olga Stefanishyna è stata nominata da Zelensky ambasciatrice di Kiev negli Stati Uniti. Pur tra mille difficoltà, qualcosa si muove sul fronte dei negoziati, anche se un vertice tra i due presidenti di Ucraina e Russia appare ancora lontano. Ieri dal Cremlino sono partiti alcuni messaggi. Il primo non è nuovo: c’è il solito muro contro l’ipotesi di coinvolgere truppe di Paesi europei in territorio ucraino per garantire un futuro cessate il fuoco. Ma Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha detto anche altro: «Non esiste un esercito europeo, esistono solo gli eserciti di paesi specifici, che sono per lo più membri della Nato. Apprezziamo molto e speriamo anche che gli sforzi di pace, gli sforzi di mediazione da parte del presidente degli Stati Uniti, continueranno. E per quanto riguarda le garanzie di sicurezza, non vorremmo discutere di questo argomento in pubblico. Riteniamo che ciò non sia vantaggioso per l’efficacia complessiva».
La Germania vara la riforma del servizio militare
A Berlino il governo di Friedrich Merz ha varato la riforma del servizio militare in Germania. La leva resta per ora non obbligatoria, si punta sui volontari. «La Russia è e resterà a lungo la più grande minaccia per la libertà» dice il cancelliere. Da Washington il presidente Donald Trump, che ha fermamente escluso ogni possibilità che soldati americani possano andare in Ucraina dopo l’accordo di pace per garantire la sicurezza del Paese ed evitare nuovi attacchi di Putin, ha però aperto alla possibilità che gli Usa offrano sostegno alla difesa aerea. Scrive il Financial Times: «Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a fornire risorse di intelligence e supervisione sul campo di battaglia a qualsiasi piano di sicurezza occidentale per l’Ucraina del dopoguerra e a prendere parte a uno scudo di difesa aerea guidato dall’Europa. La scorsa settimana il presidente Trump ha spiegato ai leader europei che l’America avrebbe preso parte al coordinamento delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, una richiesta di Kiev per scoraggiare un futuro attacco da parte della Russia dopo un eventuale accordo di pace». Il supporto postbellico degli Usa in futuro «coinvolgerebbe aerei, logistica e radar terrestri per consentire una no-fly zone e uno scudo aereo».
Gli attacchi agli impianti energetici
La guerra continua e proseguono gli attacchi agli impianti energetici sia dei russi in territorio ucraino, sia degli ucraini in territorio russo. Da Kiev confermano che l’esercito di Mosca con i droni ha attaccato impianti di trasporto di energia in sei regioni. Zelensky: «Oltre 100.000 famiglie sono rimaste senza elettricità nel Nord-Est dell’Ucraina a seguito degli attacchi russi notturni alle infrastrutture energetiche. Purtroppo, gli impianti energetici sono stati danneggiati». Anche gli ucraini, però, stanno rispondendo, soprattutto prendendo di mira le raffinerie (si stima che il 17 per cento sia stato danneggiato). Scrive il Kyiv Independent: «Un’esplosione ha provocato un incendio all’oleodotto Ryazan-Mosca, una via di rifornimento di prodotti petroliferi fondamentale per la capitale russa, secondo quanto ha riferito una fonte dell’intelligence militare ucraina».
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