di
Paola Pica

Con ProsiebenSat il nuovo perimetro supererà i 6,8 miliardi di ricavi, 1,37 miliardi di margine operativo lordo e oltre 12mila dipendenti

Mfe-Mediaset si prepara a guidare il primo polo paneuropeo del broadcasting. A più di sei anni dall’ingresso in ProsiebenSat, Pier Silvio Berlusconi ha vinto la lunga partita in Germania: Ppf — conglomerata ceca attiva in finanza, media e biotech — abbandona la contesa e conferisce il suo 15,7% all’offerta pubblica di acquisto e scambio di Mfe (MediaForEurope). Con questa mossa il Biscione supera il 60% del capitale del network bavarese, con sede a Unterföhring, alle porte di Monaco.

I numeri

Per Cologno Monzese è il compimento di un disegno industriale: costruire un gruppo integrato capace di competere con i giganti globali dello streaming. Con ProsiebenSat il nuovo perimetro supererà i 6,8 miliardi di ricavi, 1,37 miliardi di margine operativo lordo, 2,1 miliardi di debito e oltre 12 mila dipendenti, per un bacino potenziale di 300 milioni di telespettatori in Germania, Italia, Spagna, Austria e Svizzera.
La svolta è arrivata con la resa di Ppf. Il gruppo ceco, secondo azionista, aveva lanciato un’Opa a 7 euro con obiettivo il 30% del capitale, ma il mercato non ha risposto. L’offerta di Mfe, poco sopra gli 8 euro, ha invece convinto gli investitori: prima portando la partecipazione oltre quota 43%, ora il salto oltre la maggioranza assoluta. «Con oltre il 60% dei diritti di voto — ha ammesso Ppf — la partecipazione di Mfe è sufficiente a garantire la maggioranza semplice in assemblea».



















































Le sinergie

Il consolidamento comporterà anche l’assorbimento del debito di Prosieben, che resta sotto la soglia considerata critica delle tre volte l’ebitda, il margine operativo lordo, mentre l’operazione è coperta da una linea di credito da oltre 3 miliardi predisposta a suo tempo. Il banco di prova è industriale. Mediaset punta a valorizzare il mercato pubblicitario tedesco, il più grande d’Europa, e a sviluppare sinergie con Italia e Spagna. Le stime parlano di benefici tra 183 e 419 milioni entro il 2029, soprattutto su raccolta, tecnologia e piattaforme. L’obiettivo è un soggetto radicato nei singoli Paesi ma con massa critica europea, capace di contrastare Netflix, Amazon e Disney.
Ai primi di settembre, conclusa formalmente l’Opa (il giorno 1), Berlusconi incontrerà il ministro tedesco della Cultura e dei Media Wolfram Weimer: un gesto di cortesia istituzionale, dato che tutte le autorizzazioni sono già state concesse dalle Authority. E il governo della Baviera, land indipendente dal governo centrale sulla questione Media, ha ottenuto gli impegni sul rispetto dell’indipendenza editoriale e giornalistica, sulla «germanicità» del network e sulla tutela dell’occupazione. Condizioni che hanno permesso di superare le ultime cautele politiche.

Piattaforma paneuropea

Per Mediaset si chiude una fase segnata da duelli azionari e da rapporti complessi con gli azionisti locali. L’ingresso in Prosieben risale al 2019, tra resistenze e contrappesi. Oggi il Biscione conquista la leadership di un colosso che negli ultimi anni ha sofferto secondo gli analisti di scarsa competitività nella trasformazione digitale. La nuova Mfe, con sede in Olanda e quotata a Milano e Madrid, si presenta dunque come la prima piattaforma televisiva paneuropea, integrata in tre grandi mercati e proiettata a livello continentale. Un progetto che, se realizzato, può aprire una fase nuova per l’audiovisivo europeo.

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28 agosto 2025