di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Dal 2026 il governo Merz intende introdurre un bonus mensile per i bambini dai 6 anni e fino ai 18, che i genitori devono investire in azioni: obiettivo, integrare pensioni e spingere all’investimento

Un sussidio di 1o euro al mese a tutti i bambini tedeschi per integrare le pensioni future. Una piccola cifra che si sta però caricando di un compito enorme: cambiare la cultura finanziaria della Germania e, allo stesso tempo, tappare le crepe sempre più profonde di un sistema pensionistico nato oltre un secolo fa con Otto von Bismarck e ora in crisi. Il progetto del governo Merz ha già un nome che sembra una promessa: Frühstart Rente, la «pensione a inizio anticipato». Così, «a partire dal primo gennaio 2026, tutti i bambini di sei anni riceveranno dieci euro al mese fino al compimento dei 18 anni», ha spiegato al quotidiano Neue Westfälische, il segretario generale della Cdu Carsten Linnemann. Il denaro dovrà essere investito in un piano di risparmio azionario vincolato fino all’età della pensione. «Successivamente», ha aggiunto Linnemann, «potranno continuare a risparmiare privatamente e avranno così un extra da mettere da parte fino alla pensione». Il ministro degli Affari sociali Bärbel Bas intende presentare il disegno di legge in autunno, ma poiché il testo della proposta non è stato ancora diffuso, non si sa se spetterà ai genitori aprire il conto o se lo farà automaticamente lo Stato, né quanto e se il denaro risparmiato sarà tassato.

Merz: «I bambini devono imparare l’importanza del risparmio»

Per il cancelliere Friedrich Merz, il progetto è il segnale di un cambio di passo: «La sicurezza del futuro non può più poggiare soltanto sulle spalle dello Stato, ma anche sull’iniziativa dei cittadini», ha detto rivolgendosi direttamente ai giovani tedeschi su YouTube, invitandoli a non fare affidamento esclusivamente sulle pensioni pubbliche e a investire regolarmente piccole somme nel mercato azionario. Per Merz, la Frühstart Rente è una lezione di vita: «I bambini devono imparare che la costanza nell’accantonare anche somme minime può fare la differenza», ha detto.



















































Sindacati contrari

Un’idea che il New York Times ha definito «radicale per un Paese che, per decenni, ha custodito i risparmi come reliquie nei libretti bancari». La reazione dei sindacati è stata rabbiosa. Come riporta il Financial Times, per il sindacato tedesco dei metalmeccanici l’idea del cancelliere di promuovere piani pensionistici privati basati su azioni è «lontana dalla realtà e pericolosa». Il sussidio dovrebbe costare circa un miliardo di euro l’anno a partire dal 2026, ma sempre secondo il sindacato quel denaro dovrebbe andare piuttosto a rafforzare un sistema pensionistico che, come ha scritto la Frankfurter Allgemeine Zeitung, «sta scivolando lentamente verso un deficit strutturale».

Il buco previdenziale pesa enormemente

La matematica è spietata. L’Istituto economico di Colonia (IW) calcola che, entro il 2036, 19,5 milioni di baby boomer andranno in pensione, mentre solo 12,5 milioni di giovani tedeschi entreranno nel mercato del lavoro. Nel 2040, cento lavoratori sosterranno 41 pensionati: oggi sono 30. Ma già ora il buco previdenziale pesa enormemente. Nel 2024, circa un quarto del bilancio federale – 117 miliardi di euro – è stato destinato a colmare le lacune del sistema pensionistico. Secondo le politiche attuali, questo onere è destinato ad aumentare ancora di più, come messo nero su bianco lo scorso anno dalla Corte dei conti federale.

«Un esperimento pedagogico»

In un Paese come la Germania, dove la «paghetta» (Taschengeld) che i genitori danno ai figli è quasi un’istituzione, tanto che l’Istituto Tedesco per la Gioventù suggerisce gli importi a seconda dell’età, «il piano di Merz sembra più un esperimento pedagogico che una vera rete di sicurezza»,  ha osservato il Wall Street Journal. Di fatto, il progetto non è solo un intervento economico: è un’operazione culturale. Perché i tedeschi, tradizionalmente prudenti, tengono in conti a basso rendimento il 37% dei loro 9 mila miliardi di ricchezza finanziaria. E soltanto il 17% possiede azioni, fondi o Etf, contro il 39% degli inglesi e il 62% degli americani. «È necessario spezzare la diffidenza verso i mercati perché, senza un’apertura verso strumenti di investimento, il sistema pensionistico non sarà sostenibile», ha spiegato a Der Spiegel l’economista Ulrike Malmendier, docente a Berkeley e membro del Consiglio degli esperti economici che ha proposto la «paghetta previdenziale». Intervistata dal Financial Times, Malmendier ha spiegato che «se si investe in un portafoglio ampiamente diversificato e si considera un orizzonte temporale di 30 anni, è praticamente garantito un rendimento soddisfacente».

Una scommessa di lungo periodo

Ma la paghetta previdenziale, da sola, difficilmente potrà essere la soluzione. Secondo le stime di Trade Republic, la banca digitale tedesca, per costruire un’integrazione pensionistica solida servirebbe infatti un rendimento medio annuo intorno al 7%. I 10 euro versati ogni mese per dodici anni e lasciati investiti fino alla pensione potrebbero solo così diventare 65 mila euro. Ma se i mercati dovessero deludere o l’inflazione restare al 2% stabile, il potere d’acquisto reale si ridurrebbe di almeno un terzo. In quel caso, più che un tesoretto per il futuro, resterebbe soltanto un’illusione contabile.

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28 agosto 2025 ( modifica il 28 agosto 2025 | 10:29)