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Lorenzo Cremonesi
Nella notte Mosca spara colpendo abitazioni e palazzi residenziali: l’obiettivo erano i civili. Gli inviati Yermak e Umerov a New York da Witkoff. I militari di Kiev: «Dobbiamo combattere, lo zar mira a prendere tutto, non solo il Donbass». E il Cremlino dice no a qualunque presenza di truppe della Nato in Ucraina
KRAMATORSK (Donbass) – Quello che ieri sera era paventato dai militari è diventato tragica realtà nelle prime ore della mattina a Kiev: un massiccio attacco di missili russi anche sul centro della città.
Missili lanciati per uccidere, massacrare civili e incutere terrore nella popolazione. Il bilancio è tragico. Almeno 15 morti, tra loro anche bambini, ma sembra destinato a crescere perché ci sono feriti gravi tra la cinquantina di feriti. Colpiti palazzi residenziali vicino allo stadio, danneggiate abitazioni non lontano da Maidan, presso le zone del parlamento, nei quartieri più noti. Dunque non solo fabbriche o aree militari.
Zelensky accusa la Russia «di preferire i missili balistici, piuttosto che la diplomazia» per mettere fine alla guerra. «Ancora un attacco massiccio alle nostre città, ancora tanti morti. La Russia non ha alcun interesse nei negoziati, sceglie di continuare a uccidere piuttosto che mettere fine alla guerra», scrive il presidente sui social.
Un inferno di fuoco, con macerie incandescenti lanciate a decine di metri, auto in fiamme, sirene e orrore: le foto della mattina mostrano i volti dei civili disperati, gente in pigiama che chiede aiuto. In alcuni casi un secondo missile ha seguito il primo, uccidendo sopravvissuti e soccorritori.
Erano alcune settimane che la capitale non veniva devastata in modo tanto grave. Gli ultimi bombardamenti massicci su Kiev erano avvenuti a luglio. Danneggiata anche la sede della delegazione europea, non lontana dall’ambasciata italiana.
Raid anche in altre parti dell’Ucraina, specie a Vinnytsia e Zaporizhzhia. Secondo lo Stato maggiore ucraino, la Russia avrebbe tirato 536 droni e 26 missili sul Paese in poco tempo. Nel frattempo Mosca sostiene di avere abbattuto 102 droni ucraini.
I raid ucraini delle ultime settimane hanno causato seri danni alle maggiori raffinerie russe. Tutto questo non può che tornare a mettere in dubbio il processo di diplomatico.
Anche nel Donbass ogni notte le esplosioni delle bombe russe fanno vibrare i vetri delle abitazioni affacciate alle strade deserte del coprifuoco. A Kramatorsk, che ormai è il capoluogo della parte del Donbass ancora controllata dagli ucraini, le sirene degli allarmi sono incessanti. Qui e nei villaggi vicini, a tutti gli effetti la linea di contenimento contro i tentativi di avanzata russi, è evidente che la massiccia presenza delle brigate di rinforzo dà vita e attività economiche a centri urbani ormai svuotati dei suoi abitanti giovani sfollati in massa verso l’Ucraina occidentale o nei Paesi europei.
Vista dal Donbass la sfida militare tra Mosca e Kiev resta più intensa e aggressiva che mai. E negli ultimi due giorni si è aggravata a causa di alcuni successi delle fanterie russe nella regione di Dnipro. Mosca sostiene di avere catturato i due piccoli villaggi di Zaporizke e Novohoriyivka, che assieme contano un paio di centinaia di abitanti. Già a fine giugno i russi avevano occupato il villaggio non molto distante di Dachne. E già allora i dirigenti ucraini avevano presentato questo episodio bellico come l’ennesima dimostrazione per cui Putin non si limita a volere la completa occupazione delle regioni che le sue truppe già controllano in parte (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia), ma in effetti si prende tutto ciò che può.
«Dobbiamo combattere perché Putin mira a tutta l’Ucraina», continuano a ripeterci ufficiali e soldati. Il dato grave delle ultime ore resta che, sebbene Kiev neghi di avere perso i due villaggi, molti soldati ucraini confermano però che l’offensiva russa «è particolarmente massiccia e minacciosa». I blogger militari denunciano la perdita della foresta di Sebrianske. «I russi entrano nelle aree boscose con piccole pattuglie autosufficienti, che vengono poi rifornite dai loro droni nella notte. Operano nelle nostre retrovie e creano il caos», ci diceva due giorni fa un maggiore delle forze speciali a Sloviansk. Ancora più minacciosa appare nelle ultime ore l’avanzata russa nel settore di Zaporizhzhia, dove gli ucraini stanno difendendo il villaggio di Stepnohirsk.
Non incoraggiano i dati diffusi ieri dalla Procura generale dello Stato a Kiev, che riportano i numeri di soldati che hanno lasciato le loro unità senza autorizzazione e quelli dei disertori. Nel 2022 sono stati rispettivamente 6.900 e 3.500; nel 2023, 17.600 e 7.800; nel 2024, 67.800 e 23.300. Nei primi 7 mesi di quest’anno si sale a 110.500 e 15.300: una media complessiva di 15.700 al mese, ovvero circa il 50 per cento dei mobilitati nello stesso periodo, dato che spiega in sé la carenza delle fanterie ucraine.
Sul fronte diplomatico i riflettori si concentrano su New York, dove il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Andryi Yermak, si è diretto assieme al ministro della Difesa, Rustem Umerov, per incontrare l’inviato di Trump incaricato di negoziare la questione russo-ucraina, Steve Witkoff. Ma gli attacchi su Kiev e i continui raid lanciano ombre scure su ogni possibilità di successo.
Nonostante questo, si tratta di cercare di definire le garanzie di sicurezza per Kiev con la partecipazione degli alleati europei, che dovrebbero facilitare il negoziato coi russi in vista di un possibile summit tra Putin e Zelensky. Mosca comunque continua a puntare i piedi, negando vi siano le condizioni per l’incontro. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è tornato a ribadire l’opposizione del suo governo a truppe Nato in Ucraina, sottolineando che la maggioranza dei Paesi europei è nell’Alleanza.
Ma, se Kiev piange, Mosca non ride. La posizione russa è minata dalla gravità della crisi economica, adesso incrementata dagli attacchi dei droni ucraini sulle raffinerie. Lo stesso ministro delle finanze, Anton Siluanov, ha dichiarato che il 2,5 per cento di crescita previsto a inizio anno scende di almeno un punto percentuale.
28 agosto 2025 ( modifica il 28 agosto 2025 | 12:10)
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