di
Monica Ricci Sargentini

La deputata repubblicana Greene: «La disforia di genere è una malattia mentale». Il sindaco della città ribatte: «Disgustato dalla demonizzazione della comunità trans»

Aveva acquistato regolarmente tutte e tre le armi da fuoco utilizzate nella strage a Minneapolis Robin Westman, 23enne transgender che mercoledì ha attaccato la chiesa dell’Annunciazione mentre era piena di studenti dell’adiacente scuola cattolica che pregavano per un buon inizio dell’anno scolastico uccidendo due bambini e ferendo altre 17 persone. 

Westman aveva ottenuto il cambio di nome da Robert a Robin nel 2020, quando aveva 17 anni, secondo i verbali del tribunale distrettuale della contea di Dakota che registra la richiesta della madre. L’ordinanza afferma che «la minorenne si identifica come donna e desidera che il suo nome rifletta tale identificazione».  La giovane non aveva precedenti penali e dunque aveva potuto tranquillamente comperare il fucile e le altre armi con cui ha sparato attraverso le finestre della chiesa dell’Annunciazione sui giovanissimi studenti che partecipavano alla messa del mattino.



















































L’eccidio ha riaperto la polemica sulla facilità con cui negli Stati Uniti è possibile acquistare pistole e fucili. E nel mondo conservatore non è mancato chi ha chiesto maggiori controlli sulle persone trans, ritenute più propensi ad atti sconsiderati: «La disforia di genere è una malattia mentale – ha scritto su X la deputata repubblicana della Georgia Marjorie Taylor Greene – e i bambini sono presi di mira dall’industria medica e farmaceutica multimiliardaria. Se sono disposti a distruggere se stessi e il modo in cui Dio li ha creati, allora sono disposti a distruggere anche gli altri, e lo abbiamo visto accadere a Minneapolis». 

Si tratta di accuse del tutto strumentali secondo il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, del partito democratico: «Chiunque usi questa come un’opportunità per demonizzare la nostra comunità trans ha perso il senso della vita e dell’umanità – ha dichiarato -. Non dovremmo agire mossi dall’odio per nessuno. Dovremmo agire mossi dall’amore per i nostri figli».

Dopo aver ucciso due bimbi di 8 e 10 anni, e avere ferito almeno 17 persone, Westman ha rivolto l’arma contro di sé e si è suicidata. Due dei feriti sono ancora in condizioni critiche. Dalle indagini sta emergendo che la ragazza preparava la strage da tempo. Prima di mettere in atto il piano, ha filmato un video di 11 minuti che è stato automaticamente pubblicato su un canale YouTube chiamato «Robin W» alle 9 del mattino, circa 30 minuti dopo la sparatoria, in cui non viene mai mostrato il volto della persona che parla. Le immagini, poi cancellate dalla piattaforma, mostrano una lettera della giovane alla sua famiglia e le armi che userà nella sparatoria, riferisce Bno News.  Ad un certo punto la telecamera inquadra un nascondiglio di armi e munizioni con alcune scritte, alcune in cirillico, in cui si legge «Uccidi Donald Trump» e «Dov’è il tuo Dio?». La voce fuori campo elogia Anders Behring Breivik, il neonazista responsabile della strage del 2011 ad Utoya in Norvegia, e menziona altri autori di carneficine e nazionalisti bianchi. 

 «Mi dispiace per la mia famiglia… sono le uniche persone per cui mi dispiace» si sente dire nel video. E poi: «Mi pento di tutto. Non ho chiesto la vita. Tu non hai chiesto la morte». A un certo punto, la persona prende un’arma da fuoco più piccola dal nascondiglio e spiega: «Questa è per me. Nel caso ne avessi bisogno».

Un secondo video, della durata di quasi 20 minuti, mostra due diari diversi. Il primo è lungo più di 150 pagine, tutte scritte in quello che sembra essere l’alfabeto cirillico. Il secondo diario, con l’ultima annotazione datata 21/08/2025, era lungo più di 60 pagine e anch’esso scritto interamente in cirillico. 

Il secondo quaderno aveva un adesivo sulla copertina interna raffigurante un fucile semiautomatico in stile AK-47 sopra una bandiera dell’orgoglio per l’uguaglianza transgender. Accanto c’era un adesivo della band KMFDM. Uno degli autori della sparatoria alla Columbine School del 1999 pubblicò i testi della band sul suo sito web prima della strage. La band industrial tedesca ha rilasciato ripetutamente dichiarazioni in cui condanna la violenza e le sparatorie nelle scuole. Ma in diverse sparatorie di alto profilo dopo la strage di Columbine, i killer hanno usato magliette, adesivi o altri riferimenti alla band. Durante il video viene mostrato un disegno della pianta di una chiesa, e un dito indica due finestre esterne che poi vengono rotte da un coltello. 

In un altro filmato, l’attentatrice racconta di aver visitato la più grande fiera delle armi a Las Vegas e di aver incontrato l’attivista repubblicano del Texas e produttore di armi Brandon Herrera, che ha accumulato un vasto seguito su YouTube con il nome di «The AK Guy».  L’uomo, però, che correrà alle primarie repubblicane per lo Stato nel 2026, dice di non ricordare nulla: «Incontro migliaia di persone ogni anno allo SHOT Show di Las Vegas in meet-and-greet e simili, ma non ricordo affatto questa persona, né nessuno di quelli con cui ero lì», ha detto in un post su X, aggiungendo di essere «disgustato e arrabbiato» per la violenza contro i bambini. 
 Lo zio di Westman, l’ex deputato del Kentucky Bob Heleringer, ha dichiarato di non conoscere bene la nipote e di essere rimasto sconcertato dalla «tragedia indicibile». 

28 agosto 2025