Esce in self publishing, di Christian Zampiga, docente di religione cattolica nella ex scuola media, “Prof, io non ce la faccio. Come ho smesso di scappare e ho iniziato ad ascoltarla”, 14,99 €, 104 pp., un libro autobiografico nel quale è raccontata, non solo la sua esperienza come docente in una scuola secondaria di primo grado, ma anche la sua autobiografia e il percorso, tortuoso in vero, che alla fine l’ha portato a insegnare e dunque a contatto coi giovani e con il loro immenso e spesso sconosciuto mondo.
Sullo sfondo la Maremma, con tutta la poetica in essa sottesa, e la sua forza e il suo esempio, benché la premura dell’autore è raccontare quell’universo della scuola dentro cui le sue stesse prime esperienze sono state disastrose, in somiglianze di tanti altri ragazzi che hanno dovuto dire, prima a se stressi e poi al loro insegnante di riferimento, durante il percorso didattico: “Prof, non ce la faccio più”.
Che è condizione comune negli animi fragili e nelle personalità in formazione, ma che nel libro diventa pure il luogo da dove ripartire dopo la caduta, come in qualche modo è successo all’autore medesimo, che dopo tante esperienze, condivisibili o meno, cattivanti o meno, esaltanti ma anche tormentati, è ritornato laddove era scappato, a scuola e come insegnate di religione, grazie forse a un viaggio in Terra Santa.
Insegnante che ascolta, Zampiga, nelle aule scolastiche ha ritrovato, non solo se steso, ma anche i giovani con le loro fragilità e le poche certezze, gli smarrimenti e i malesseri, simili ai suoi e che dunque gli è stato facile riconoscere negli alunni in età evolutiva e a cui ha porto la mano e non solo.
Lo stesso titolo, spiega l’autore, esce da un messaggio ricevuto da uno studente che confidava il proprio malessere, spingendo così Zampiga, perché riconosce se stesso giovane, a immedesimarsi in quella tragedia.
Raccontato in prima persona, si coglie l’urgenza di divulgare quanto ha vissuto e quanto sta vivendo, in una assimilazione con tante altre storie, di insegnanti e alunni, che per lo più non vengono alla luce della comprensione comune.