In occasione della giornata nazionale di digiuno contro il genocidio a Gaza, promossa dagli operatori del servizio sanitario della rete “Sanitari per Gaza”, si sono succeduti vari appuntamenti in tutta Italia. A Firenze sono sei le strutture sanitarie i cui lavoratori hanno aderito a partire dall’Ospedale di San Giovanni di Dio Torregalli, dove si è tenuta la prima iniziativa della giornata, in concomitanza con Careggi e l’ospedale pediatrico Meyer. E ancora, presso l’Istituto Don Gnocchi, alla Palazzina 1 di San Salvi e presso l’ospedale di Santa Maria Nuova.
Le richieste degli operatori della sanità
Sono tre le principali richieste provenienti da chi opera nel settore sanitario. “Al Governo chiediamo di sospendere immediatamente gli accordi militari e la fornitura di armi ad Israele, così come un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per aiuti alimentari e sanitari alla popolazione di Gaza allo stremo delle forze – si legge in una nota diffusa dalla rete “Sanitari per Gaza” – La seconda richiesta che facciamo è indirizzata alle aziende e istituzioni sanitarie, agli ordini professionali, alle società scientifiche, alle università e ai centri di ricerca di cui facciamo parte o con le quali collaboriamo. Chiediamo loro di adottare formalmente una dichiarazione dove si riconosca il genocidio in corso e si affermi l’impegno della istituzione a contrastarlo con ogni mezzo a disposizione, come la petizione internazionale “Stop the Silence: call on academic and professional associations to publicly recognise the genocide in Gaza”.
Infine, l’ultima richiesta è rivolta “ai medici, ai farmacisti, ai pazienti, alle regioni e ai comuni di aderire alla campagna di boicottaggio “No Teva” promossa dai Sanitari per Gaza e BDS contro l’azienda farmaceutica israeliana Teva per la risoluzione di contratti in essere, o il declinare accordi futuri con un’azienda complice di occupazione e apartheid, da cui trae profitti, ma anche attivamente coinvolta nel genocidio”.