C’era aria di fuga stamattina, spiega Lorenzo Fortunato, terzo sul traguardo di Andorra dopo un’azione lunga 162 chilometri. Una vita. C’è appena il tempo che la bandierina si abbassi e dalla testa del gruppo schizzano via i dieci che, ancora ignari, andranno a giocarsi la tappa.
La partenza è in salita sul Coll de Sentigosa (11,4 chilometri al 4,1 per cento) e ad avvantaggiarsi sono Vine, Castrillo, Vervaeke, Garofoli, Debruyne, Ryan, Shaw, Armirail, Traen e Fortunato. Traen, che indossa la maglia della Bahrain Victorious è quello messo meglio in classifica generale (58’’ dietro Vingegaard), poi Armirail, Vervaeke e appunto Fortunato (a 1’43’’).
«Era una giornata brutta, di pioggia – racconta il bolognese della XDS Astana – perfetta per le fughe, anche perché Vingegaard voleva lasciare la maglia. A lui interessa averla a Madrid. Vine ha attaccato in discesa e non sono riuscito a seguirlo. Se proprio vogliamo dire, poteva starci un secondo posto. Era il primo arrivo in salita, volevo arrivare nei dieci e l’ho fatto, quindi sono soddisfatto. Bicchiere mezzo pieno, va bene così!».
Vine ha approfittato della buona conoscenza delle strade e ha conquistato Andorra, dove vive
La sua dimestichiezza con le curve in discesa, anche se bagnate, gli ha permesso di fare il vuoto
Vine ha approfittato della buona conoscenza delle strade e ha conquistato Andorra, dove vive
La sua dimestichiezza con le curve in discesa, anche se bagnate, gli ha permesso di fare il vuoto
La salita preferita di Vine
Fortunato dice bene: Vingegaard ha deciso di lasciar andare la maglia e così il vantaggio dei primi lievita fino ai 6’30”, quando la corsa entra ad Andorra e mancano 35 chilometri all’arrivo. E proprio mentre si scala l’Alto de la Comella e in testa al gruppo alcune squadre iniziano a forzare i tempi, Jay Vine decide di non voler rischiare e attacca prima dello scollinamento. Poi si butta in discesa come una furia. Quando si presenta ai piedi della salita finale, che è lunga 9,6 chilometri e ha pendenza media del 6,3 per cento, ha un minuto di vantaggio sugli inseguitori.
«Conosco queste strade abbastanza bene – spiega l’australiano del UAE Team Emirates – vivo appena sotto la collina e la Comella è la mia salita preferita in tutta Andorra. Normalmente mi sarebbe piaciuto rendere la corsa più dura, ma con il vento contrario è stato difficile convincere i ragazzi a fare di più. Così ho deciso di andare in cima e sfruttare la discesa bagnata. Ho pensato che fosse l’occasione per tentare ed è andata bene».
Il tempo che la tappa partisse e la fuga ha preso il largo. Dentro anche Garofoli e Fortunato
Il tempo che la tappa partisse e la fuga ha preso il largo. Dentro anche Garofoli e Fortunato
L’ombra dell’Angliru
Fortunato ci riproverà. Venerdì prossimo c’è una salita che lo chiama: l’Alto de Angliru. Per il corridore diventato celebre nel 2021 per la vittoria dello Zoncolan è un richiamo (quasi) irresistibile.
«Non ci ho mai corso – dice Fortunato – ho fatto altre gare nelle Asturie, però mai lassù. E’ una salita simile allo Zoncolan, però in un contesto di corsa totalmente differente. La gamba è simile a quella del Giro, anche se dopo Burgos non sono stato tanto bene. Però oggi andavo, ero lì davanti, quindi un po’ alla volta torno su. Oggi puntavo alla tappa però ho cercato di fare gli sprint per la maglia a pois risparmiando la gamba e ho preso un po’ di punti. Cerco di tenere il piede in più scarpe per il momento, poi vediamo con l’andare dei giorni come andrà».
Dopo 162 chilometri di fuga, la maglia rossa va a Traen Torstein, norvegese di 30 anni, della Bahrain Victorious
Vingegaard ha deciso di lasciar andare il primato e la fuga è decollata
Dopo 162 chilometri di fuga, la maglia rossa va a Traen Torstein, norvegese di 30 anni, della Bahrain Victorious
Vingegaard ha deciso di lasciar andare il primato e la fuga è decollata
Il sogno del mondiale
Andorra ha spiegato chi comanda: Almeida e Ayuso hanno già diviso il loro cammino. Ayuso viene staccato ai meno 6 dall’arrivo e scivola indietro a quasi 12 minuti, mentre Almeida resta davanti con Vingegaard e gli altri uomini della classifica che da stasera è rivoluzionata e chissà per quanto. Traen ha la maglia rossa con 31″ su Armirail e 1’01” su Fortunato, che guarda la Vuelta e intanto immagina anche scenari futuri. Anche perché le parole di Marco Villa sulle prossime nazionali lasciano più di uno spiraglio aperto.
«Intanto pensiamo alla Vuelta – dice infatti – poi spero di essere convocato al mondiale, vediamo come esco di qua. Adesso ho mal di gambe, ma dopo la tappa è normale: sono convinto di recuperare e fare la corsa anche domani. Sarà un’altra giornata dura e vediamo come andrà. Sarà difficile andare in fuga. Oggi sono riuscito perché avevo abbastanza distacco, domani parto da terzo il classifica e vediamo come andrà. Prendere la maglia rossa? Perché no… (sorride: alla Vuelta anche i sogni a volte si avverano, ndr)».