Mario FiorettiFoto Derthona Tortona

La nuova stagione di Serie A che sta per iniziare rappresenterà un esordio assoluto per Mario Fioretti come capo allenatore. Dopo anni da assistente in casa Olimpia Milano, Fioretti ha preso in carica la panchina del Derthona Tortona. C’è tanta attesa, quindi, per capire che tipo di gioco esprimerà la sua squadra. I piemontesi hanno condotto un mercato importante tra conferme e nuovi arrivi, a cui presto si potrebbe aggiungere anche Joonas Riismaa in sostituzione dell’infortunato Strautins.

Intervistato da Il Piccolo, Fioretti ha parlato di queste prime settimane da allenatore a Tortona. Di seguito, alcuni passaggi salienti delle sue dichiarazioni. 

Sul lavoro in questa fase:

Siamo al punto di vista tecnico dei lavori fondamentali e basilari: concetti generali della difesa e particolari dell’attacco. E poi costruire quelle buoni abitudini: come ci si allena, come ci si comporta quando siamo qui dentro… Una mentalità di come si devono fare le cose al Derthona Basket. La Cittadella può aiutare a creare un’identità del club, una cultura. Vedo grande serietà in tutti, giocatori, staff, ufficio… e quando ci si riconosce in quello che si fa è più facile poi performare.

La sua concezione di pallacanestro:

Credo che la base sia la difesa. Una difesa efficace deve farti rimanere in campo sempre e comunque, altrimenti non entri nemmeno. L’attacco non sempre dipende da noi, ma la difesa sì. Penso che una buona squadra per essere equilibrata e per essere credibile poi bisogna riuscire ad eseguire un attacco efficace.

Un aggettivo per un giocatore:

Scelgo quelli che ho già allenato, perché gli altri sto imparando a conoscerli. Per Paul Biligha dico “affidabile”, per Tommy Baldasso mi viene da dire “schietto”.

In cosa vorrebbe che la sua squadra fosse riconoscibile:

Mi piacerebbe che i ragazzi che vengono a palazzo possano vedere nella squadra un esempio di come si sta in campo. Una squadra che combatte, competitiva, capace di mixare la durezza mentale e la tecnica.