Gli immortali, contenuto nell’album Lorenzo 2015 CC., è una canzone di Jovanotti che riflette sul senso della giovinezza e sulla memoria che ci rende “eterni” anche quando il tempo passa. Non è un inno alla spensieratezza, ma una meditazione sul valore degli istanti che restano incisi nella vita.

Il brano racconta come alcuni momenti della vita, soprattutto quelli legati alla giovinezza, si fissino nella memoria come immagini indelebili. Jovanotti canta: “Ora che siamo qui / noi siamo gli immortali”. L’illusione della giovinezza, l’adrenalina dei giorni intensi e i legami forti con persone e luoghi fanno nascere la sensazione di invincibilità. Col tempo, quelle sensazioni si trasformano in ricordi che continuano a vivere dentro di noi.

Le immagini e i simboli

Il testo è costruito su immagini che parlano di memoria e vitalità:

  • la giovinezza come tempo sospeso: “Sotto la curva del cielo / in un applauso di stelle / ho salutato la mia gioventù / per ritornare bambino”;
  • gli attimi intensi che diventano eterni: “In questi giorni impazziti / di polvere di gloria”;
  • la forza dei legami e della voce collettiva: “E lo ripeto ancora / fino a strapparmi le corde vocali / ora che stiamo qui / noi siamo gli immortali”;
  • il desiderio di infinito dentro gesti quotidiani: “Masticando una gomma / dal sapore di infinito / che non finisce mai”.

La forma e lo stile

La canzone ha uno stile diretto, colloquiale, tipico di Jovanotti, intrecciato con immagini poetiche. La ripetizione di formule come “noi siamo gli immortali” crea un effetto mantra, rafforzando il senso di universalità del messaggio. Il linguaggio è semplice, ma carico di immagini evocative: oggetti comuni come la gomma da masticare o il biglietto aereo diventano simboli di esperienze che restano per sempre. Musicalmente, il ritmo sostenuto accompagna il tema della vitalità, quasi a voler restituire l’energia della giovinezza narrata.

Come usarlo in classe

Il brano si presta a riflessioni su memoria, identità e passaggio generazionale. Con i ragazzi è utile per affrontare il tema del tempo che passa senza toni malinconici, ma valorizzando la memoria come risorsa.

Possibili strategie di lavoro

  • Analisi simbolica: discutere con gli studenti quali momenti della loro vita potrebbero essere definiti “immortali”;
  • Confronto generazionale: chiedere agli studenti di intervistare genitori o nonni su quali momenti della loro giovinezza siano rimasti “eterni” nella memoria;
  • Produzione creativa: scrivere un breve testo poetico o narrativo partendo dalla frase “noi siamo gli immortali”, per riflettere su esperienze personali;
  • Collegamenti interdisciplinari: affrontare il tema della memoria collettiva, legata a eventi storici o culturali che hanno segnato una generazione.

Confronto con la poesia sulla giovinezza e la memoria

Gli immortali può essere messo in dialogo con diversi testi della poesia italiana:

  • Ungaretti, Mattina: “M’illumino / d’immenso”, la stessa intensità di un istante che sembra eterno;
  • Montale, Spesso il male di vivere ho incontrato: in contrasto con Jovanotti, l’idea che i momenti intensi possano anche essere dolorosi, ma ugualmente indelebili;
  • Saba, Ulisse: l’idea del viaggio come esperienza che segna l’identità e resta nella memoria.

Jovanotti e Leopardi

Il parallelismo più immediato è con Il sabato del villaggio. Leopardi descrive l’attesa della festa come il momento più intenso della vita, più significativo persino della festa stessa: “Garzoncello scherzoso, / cotesta età fiorita / è come un giorno d’allegrezza pieno”. La giovinezza è vista come tempo di illusioni e speranze, che sembrano rendere eterno l’istante. Jovanotti, in Gli immortali, riprende questa idea di sospensione del tempo, ma la trasforma in una celebrazione vitale: “Ora che siamo qui / noi siamo gli immortali”. Dove Leopardi sottolinea l’inganno e la caducità, Jovanotti enfatizza il valore positivo dell’illusione, come se quelle esperienze avessero davvero regalato immortalità.