Un possibile piano dell’Isis turco per uccidere Papa Francesco durante la sua visita a Trieste nel 2024. Come riporta Il Piccolo, nei carteggi di indagine riferiti agli accertamenti “di intelligence”, sulla pistola trovata il giorno prima dell’arrivo del Papa si parla di “un possibile progetto di attentato contro il Sommo Pontefice”.
Uno dei sospettati è stato arrestato dall’Interpol in Olanda: un cittadino turco di 46 anni di nome Hasan Uzun, ora in carcere a Trieste. Secondo il fascicolo d’indagine sarebbe stato lui a portare nel capoluogo giuliano la pistola all’interno di un trolley trovato nel bar della stazione centrale.
Da quel lontano sabato 6 luglio 2024 il lavoro degli inquirenti è poi continuato e ha rivelato particolari inquietanti. Come riportato dal Piccolo, l’arma era carica e con ben 14 cartucce, segno che l’attacco era stato probabilmente pianificato e, sempre secondo le indagini, l’attentato sarebbe stato progettato da un’organizzazione turca legata all’Isis K.
In seguito il cittadino turco è stato estradato dall’Olanda, dove è stato catturato dall’Interpol e, dopo qualche giorno in carcere a Milano, è stato trasferito in isolamento al Coroneo. Lo assiste l’avvocato Lucrezia Chermaz.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini del Pm Cristina Bacer, in quel sabato di un anno fa, Uzun avrebbe lasciato il trolley all’interno del bar (ripreso dalle telecamere alle 15:48) con atteggiamento guardingo, poi sarebbe uscito in via Flavio Gioia, guardando all’interno della stazione come per cercare qualcuno. A quel punto due individui avrebbero maneggiato il trolley, che è stato poi notato da una dipendente e segnalato alla Polfer.
A quel punto gli agenti sequestrano la valigia con la pistola (non si sa se siano stati i due presunti complici a metterla all’interno o se l’arma fosse già presente). Uzun torna quindi indietro, vede la polizia e torna indietro verso l’uscita. A quel punto compra una sim per il cellulare in un negozio di via Ghega e la attiva, distruggendo quella che aveva in precedenza. Alle 17:05 prende un treno e viene successivamente ripreso dalle telecamere alla stazione di Milano, in compagnia di un uomo “con una camicia celeste” (che sarebbe stato con lui anche mentre comprava la sim in via Ghega). Il giorno dopo Husun parte per la Svizzera e viene sottoposto a un controllo al valico di Chiasso. Viene quindi fotosegnalato e poi respinto perché i suoi documenti non sono ritenuti validi (aveva due passaporti).
Scattano quindi le indagini e il sospettato viene collegato all’episodio accaduto a Trieste. Si attivano quindi i servizi segreti e la Digos e parte un’indagine internazionale. Il 7 agosto il gip del Tribunale di Trieste Marco Casavecchia emette un mandato di arresto europeo. Uzun viene quindi catturato in Olanda ed estradato in Italia. Le indagini continuano.