Dietro al sorriso di Jai Hindley si nasconde una gran voglia di tornare a stupire. Tutti guardano Vingegaard o si interrogano sul dualismo in casa Uae, ma zitto zitto il vincitore del Giro d’Italia 2022 si sta ritagliando un ruolo in questa Vuelta e sogna di arrampicarsi fino al podio di Madrid.

Le prime frazioni ci hanno restituito l’australiano che avevamo imparato a conoscere sulle nostre strade con il secondo posto del 2020 e l’apoteosi rosa di due anni dopo all’Arena di Verona. Sembra superato l’incidente nella tremenda sesta tappa del Giro dello scorso maggio (poi neutralizzata dalla giuria) che l’aveva costretto a un lungo recupero. Tant’è che proprio in questi giorni di Vuelta è arrivata anche l’attesa convocazione in nazionale per i mondiali in Rwanda. Ulteriore testimonianza di una gamba convincente.

E’ il 29 maggio del 2022 quando nell’Arena di Verona Hindley festeggia la vittoria del Giro con l’allora Bora-Hansgrohe

E’ il 29 maggio del 2022 quando nell’Arena di Verona Hindley festeggia la vittoria del Giro con l’allora Bora-Hansgrohe

Talento ritrovato

La Red Bull-Bora-Hansgrohe si è assicurata per gli anni a venire Remco Evenepoel, così da tamponare anche un eventuale ritiro nelle prossime due stagioni di Primoz Roglic, che ai media sloveni ha confessato il desidero di tornare agli sport invernali. Ritrovare un Hindley al top può ulteriormente rafforzare la corazzata tedesca per il 2026 e aprire più scenari.

«Ritornare a fare il capitano – comincia a raccontare il ventinovenne di Perth – è bello. Abbiamo tanti leader e tanti ottimi corridori in squadra, per cui bisogna cogliere l’occasione quando si presenta. Aspettavo la Vuelta da inizio anno perché sapevo che avrei avuto spazio. E’ stato davvero brutto essere costretti a lasciare così presto il Giro a causa di una caduta. Da quel momento ho cercato di riprendermi e concentrarmi per arrivare con la miglior forma a questo appuntamento».

La partenza da Torino ha gasato Hindley, che ama l’Italia essendo stato anche U23 in Abruzzo

La partenza da Torino ha gasato Hindley, che ama l’Italia essendo stato anche U23 in Abruzzo

La guardia italiana

A Limone Piemonte la Red Bull ha lanciato Pelizzari per provare a scardinare le certezze di Vingegaard. Il piano non è riuscito, ma ha dimostrato che il sesto posto al Giro del ventunenne marchigiano, che ieri ad Andorra ha invece conquistato la maglia bianca, è soltanto l’inizio. «Jai lo vedo tranquillo – dice Pellizzari – è sereno. Ama l’Italia per cui l’inizio di Vuelta nel nostro Paese l’ha caricato e noi crediamo molto in lui».

Accanto a lui, Aleotti e Sobrero compongono la guardia italiana del leader. Nella cronosquadre, Sobrero è stato vittima di un’altra caduta (la sua ruota anteriore ha toccato quella di Aleotti), ma i raggi in ospedale hanno scongiurato il peggio. Il risultato di squadra a Figueres, al netto dell’incidente, è stato confortante, con appena 12 secondi persi dalla Uae della strana coppia Almeida-Ayuso e appena quattro dalla Visma di Vingegaard.

Della guardia italiana di Hindley alla Vuelta fanno parte Pellizzari e Aleotti (con lui in apertura) e anche Sobrero

Della guardia italiana di Hindley alla Vuelta fanno parte Pellizzari e Aleotti (con lui in apertura) e anche Sobrero

Futuri sposi

«Abbiamo tre italiani giovani e forti», prosegue Hindley. «Giulio ha un grande talento e sono certo che sarà una delle stelle del vostro movimento ciclistico per il futuro. In più, è anche un bravissimo ragazzo, così come Matteo e Giovanni, che sono sempre molto disponibili».

Anche se poi in zona mista si nasconde dietro il più sicuro inglese, Jai capisce l’italiano, che viene talvolta utilizzato in corsa in casa Red Bull. D’altronde, la promessa sposa ed ex ciclista a livello giovanile Martina Centomo è lombarda: i due convoleranno a nozze al termine della stagione, a novembre. Ed è stata proprio la futura signora Hindley a raccontarci qualche retroscena, dopo aver terminato l’impegno con l’organizzazione per la partenza italiana della Vuelta (ha tradotto in inglese per le tv internazionali la team presentation di Torino) ed essere tornata in modalità tifosa sia alla cronosquadre sia nell’arrivo in salita in Andorra.

«Fa il timido – rivela Martina – ma a volte l’italiano lo parla e si sforza. Anzi, proprio l’altro giorno, uno dei tecnici mi ha detto che anche in radio l’ha utilizzato per segnalare un pericolo. Dicendo: occhio a sinistra».

Giro 2025, Hindley con Martina, sua futura moglie. E’ il giorno prima della caduta e del ritiro

Giro 2025, Hindley con Martina, sua futura moglie. E’ il giorno prima della caduta e del ritiro

Lei che lo vede da vicino, conferma le nostre buone impressioni: «Nonostante la sfortunata caduta di Matteo, il risultato della cronosquadre ha evidenziato che sono un team molto affiatato. Jai l’ho visto ricaricato e, dall’altro lato, anche rilassato e sicuro di sé e del lavoro che ha fatto per arrivare al meglio in questa Vuelta. In più, è contentissimo della convocazione mondiale, perché sarà leader anche lì».

L’intervento al naso

Insomma, per il podio bisognerà fare i conti con la voglia di riscatto dell’australiano che oramai è anche un po’ italiano. «In pochi lo considerano in chiave classifica finale – continua Martina – forse anche per le sfortune che ha avuto di recente, ma lo vedo finalmente tornato al top.

«Lo scorso anno è stato un calvario, perché è sempre stato ammalato tra una gara e l’altra. Non è riuscito a dar seguito al buon terzo posto della Tirreno-Adriatico (dietro a Vingegaard e Ayuso, ndr). Così, a fine stagione, si è sottoposto a un’operazione per sistemare il setto nasale deviato, visto che poi lui soffre di parecchie allergie di stagione. E devo dire che quest’anno ne ha tratto i benefici».

Il 2024 si era aperto con il terzo podio alla Tirreno dietro Vingegaard e Ayuso, poi Hindley ha dovuto operarsi al setto nasale

Il 2024 si era aperto con il terzo podio alla Tirreno dietro Vingegaard e Ayuso, poi Hindley ha dovuto operarsi al setto nasale

Resettato al 100 per cento

Hindley ha dimostrato anche una grande resilienza, quando la sfortuna si è messa di nuovo di traverso con la caduta al Giro, come conferma la compagna.

«Ricordo com’era conciato quando sono andato a trovarlo in ospedale – ricorda Martina – appena mi sono liberata dagli impegni di lavoro con Rcs al Giro. Ha avuto un sacco di aiuto dalla squadra e poi è dovuto stare una settimana a casa dei miei genitori in provincia di Varese perché non poteva muoversi. Poi ha continuato con la riabilitazione suggerita dal team, al Red Bull Athlete Performance Center in Austria, sia dal punto di vista fisico sia mentale. Era molto giù di morale dopo quanto accaduto. Vedeva i suoi sforzi vanificati da un incidente di corsa, ma si è tirato su le maniche e si è preparato al meglio per la Vuelta. Tra riabilitazione, fisioterapia e attenzione alla nutrizione, l’hanno resettato al 100 per cento e da luglio era pronto per l’allenamento in quota a Livigno».

Il 4° posto della Red Bull-Bora nella cronosquadre di Figueres, a 12″ dalla UAE Emirates, parla di una squadra molto unita

Il 4° posto della Red Bull-Bora nella cronosquadre di Figueres, a 12″ dalla UAE Emirates, parla di una squadra molto unita

Voglia di podio

Jai non si tira indietro e fissa l’obiettivo: «Il percorso della Vuelta propone diverse opportunità per attaccare e tanti begli arrivi in salita in cui posso far bene. Più che una singola tappa, la priorità è sempre un bel piazzamento nella classifica finale. Vingegaard è in grande forma e abbiamo visto come ha vinto a Limone, rientrando persino dopo una caduta: chapeau! Comunque, noi combatteremo ogni giorno e vedremo che risultato verrà fuori».

Delle due precedenti partecipazioni spagnole, il miglior risultato resta il nono posto del 2022, quando a trionfare fu il futuro compagno Remco. Vediamo se la Vuelta italiana lo riporterà sul podio di un Grande Giro.