Doveva piovere e, dopo un paio di gocce che non hanno bagnato l’asfalto, è spuntato addirittura il sole: la seconda sessione di prove libere del GP d’Olanda è stata affrontata con una certa fretta temendo la pioggia. Lando Norris con la McLaren continua a dominare la scena: l’inglese con le soft è arrivato a 1’09”890 a circa tre decimi dalla pole position dello scorso anno. Il vento e condizioni molto mutevoli non hanno dato stabilità alle prestazioni.
Se Oscar Piastri ha ridotto ad appena 89 millesimi il suo gap dall’inglese, mentre era di 292 millesimi nel primo turno, bisogna segnalare che il vecchietto Fernando Alonso è riuscito a infilare la sua Aston Martin fra le due monoposto papaya, proponendosi come una sorpresa di giornata.
Lo spagnolo, infatti, è arrivato a 87 millesimi da Lando confermando che la verdona ambisce al quinto posto nel mondiale Costruttori. Se l’asturiano è molto soddisfatto non si può dire altrettanti per Lance Stroll che ha disputato solo un quarto d’ora del secondo turno di prove libere.
Il canadese dell’Aston Martin nel corso del suo sesto giro con un treno di medie è andato a sbattere violentemente contro il muro esterno della curva 3, la prima piega sopraelevata. Lance, che aveva scelto la traiettoria più alta del banking, si è trovato nell’aria sporca delle due Ferrari che lo precedevano mentre era nel corso di un giro di lancio, ed è andato a sbattere violentemente contro le barriere. In realtà la AMR25 è uscita molto prima rispetto alla linea ideale, dando la sensazione che avesse toccato un cordolo alla curva precedente, perdendo il controllo della verdona che è andata contro le protezioni senza poter gestire lo sterzo.
Il pilota ha subito rassicurato la squadra via radio che non aveva riportato conseguenze fisiche, mentre la macchina è molto danneggiata sul lato destro. Demolita l’ala anteriore, quella posteriore, le sospensioni anteriori e posteriori e il fondo. Il dubbio è che il telaio possa essere rovinato. Stroll è classificato 18esimo.
C’è voluto un quarto d’ora per liberare la pista e subito dopo la bandiera verde c’è stato lo stop di Isack Hadiar con la Racing Bull. Il francese ha accostato la sua VCARB 02 alla curva 8 per un problema meccanico: Isack era appena entrato in pista per il suo primo giro con le gomme hard e si è dovuto arrendere subito, perdendo l’intera sessione. Hadjar è rimasto ultimo senza tempo. Questa volta non c’è stato bisogno di interrompere il turno con la bandiera rossa, perché è bastata la VSC.
È bastato aspettare qualche minuto per vedere la seconda bandiera rossa: a causarla è stato Alexander Albon con la Williams che è andato lungo alla curva 1 dopo un bloccaggio in frenata. L’anglo-thailandese è andato a sbattere frontalmente contro le barriere con il muso: l’impatto è stato a bassa velocità e i danni sono stati limitati. Alex ha chiuso al 17esimo posto.
Insomma, non sono mancate diverse emozioni: nel finale è accaduto un fatto in pit lane che potrebbe far discutere: Oscar Piastri è rientrato ai box seguito dalla Mercedes di George Russell. L’australiano ha puntato i meccanici della McLaren, ma la crew era quella che aspettava Norris, per cui è tornato nella fast lane urtando la W16 di George. Il contatto è avvenuto a bassa velocità, ma i commissari sportivi hanno messo l’episodio sotto investigazione. Il leader del mondiale rischia un paio di posizioni sulla griglia.
Nella lista dei tempi la Mercedes è quarta con Russell: l’inglese ha limitato il distacco a 384 millesimi, segno che il team di Brackley ha capito qual è il setup che serve a Zandvoort. George precede Max Verstappen con la Red Bull. Il quattro volte campione del mondo è quinto, ma quello che pesa è il distacco: sei decimi sono decisamente troppi per nutrire qualche speranza davanti al pubblico di casa. Yuki Tsunoda con l’altra RB21 ha cercato di difendersi come ha potuto: il giapponese è settimo, migliorando la sua posizione rispetto al primo disastroso primo turno.
Fra le due Red Bull c’è Lewis Hamilton, sesto con la Ferrari. La novità è che il sette volte campione del mondo ha chiuso davanti a Charles Leclerc, solo ottavo e staccato di un decimino dal compagno di squadra. La rossa non sembra in partita: otto decimi dalle MCL39 evidenziano che la SF-25 non trova in Zandvoort una pista favorevole. Anche il long run del pomeriggio non è stato entusiasmante e Lewis ha rimediato un secondo testacoda per cercare un limite che rende la vettura di Maranello molto nervosa.
Hamilton è stato bravo a evitare di sbattere, ma la Ferrari dovrà giocare in difesa dopo aver illuso in Ungheria con la pole position di Leclerc.
Nella lista dei tempi non sfugge la nona prestazione di Franco Colapinto con l’Alpine. L’argentino nel pomeriggio ha preso il posto che era di Pierre Gasly, mentre il francese è precipitato al 19esimo posto, dove navigava in mattinata il sudamericano.
La top 10 è completata da Nico Hulkenberg con la Sauber che ha preceduto Oliver Bearman con la Haas. Dietro all’inglese spunta Kimi Antonelli con la Mercedes: l’italiano, dopo l’uscita di pista della prima sessione, ha ripreso il lavoro con un approccio guardingo. Non ha piovuto e, quindi, ha potuto raccogliere buone informazioni.
Gabriel Bortoletto con la C45 è 13esimo davanti a Liam Lawson con la Racing Bulls: il neozelandese sta trovando le giuste motivazioni, sfruttando le difficoltà di Hadjar. Non ha impressionato Esteban Ocon 15esimo con la Haas. Il transalpino si lascia alle spalle le due Williams di Carlos Sainz e Alexander Albon.
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