L’assistenza ai malati oncologici non può dimenticare le vaccinazioni, perché queste aiutano a proteggere i pazienti, spesso fragili a causa della malattia, e riducono l’impatto sui sistemi sanitari. È stato questo l’appello lanciato dagli esperti riuniti ieri a Roma al convegno “La Vaccinazione nel Paziente Oncologico” al Policlinico Umberto I, per la tappa laziale dell’omonima campagna di sensibilizzazione sul valori delle immunizzazioni nella gestione del cancro, organizzata da Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), realizzata grazie alla sponsorizzazione non condizionante di GlaxoSmithKline. Saranno dieci le regioni interessate dal tour dell’iniziativa itinerante. Dieci appuntamenti, e attività di sensibilizzazione su più livelli, contro l’esitazione vaccinale e a sostegno della salute dei pazienti.
Ecco le cinque vaccinazioni raccomandate ai pazienti oncologici
24 Luglio 2025
Non sottovalutare il Fuoco di Sant’Antonio
Le vaccinazioni fortemente consigliate dagli specialisti sono cinque: quella contro l’Herpes Zoster, quella contro il Covid-19, l’antinfluenzale, l’anti-pneumococcica e l’anti-Hpv, come ha spiegato Andrea Botticelli, Dirigente Medico del Dipartimento Ematologia, Oncologia, Dermatologia Aou Policlinico Umberto I di Roma: “Tra le infezioni che possono colpire un paziente oncologico vi è quella da Herpes Zoster o ‘Fuoco di Sant’Antonio’: è causata dallo stesso virus della varicella e si manifesta con dolorose irritazioni cutanee che possono portare a complicazioni anche mortali. È una malattia prevenibile grazie a un vaccino ricombinante che è fortemente indicato per le persone immunocompromesse, come quelle che vivono con un cancro. Tutti i nostri pazienti possono trarne importanti benefici, indipendentemente dal tipo di tumore e dalla terapia effettuata. Tra le altre patologie prevenibili vi è l’infezione da Covid-19 che rappresenta sempre un pericolo, così come quella del virus dell’influenza stagionale o da batterio pneumococco. Anche il vaccino contro l’Hpv protegge il paziente da infezioni pre-cancerose che possono complicare il suo stato di salute”.
Tumori, arriva il ‘disco’ dei vaccini per i pazienti oncologici
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L’oncologo contro l’esitazione vaccinale
L’appuntamento laziale è stato l’occasione anche per ricordare le evidenze scientifiche sull’opportunità della vaccinazione, ha proseguito Botticelli: “I vaccini, salvo pochissime eccezioni, non interferiscono con i trattamenti anti-cancro. Inoltre proteggono da pericolose infezioni che possono complicare il singolo quadro clinico. Per tutti questi motivi, come società scientifica abbiamo deciso di incentivare le vaccinazioni dei nostri pazienti con una campagna informativa e di sensibilizzazione a livello nazionale”.
Il progetto, oltre ai convegni, conta spot, attività sui social media, un opuscolo informativo e un sito (vaccininelpazienteoncologico.it). Un’iniziativa su più fronti, per cercare di arginare quella che è “un’ingiustificata diffidenza verso dei presidi sanitari che sono invece sicuri ed efficaci – ha proseguito Botticelli – L’‘esitazione vaccinale’ è priva di ogni fondamento scientifico e spetta quindi a tutto il personale medico-sanitario contrastarla. L’oncologo, nello specifico, deve svolgere un’operazione di counseling nei confronti dei malati ma anche di familiari e caregiver”.
Una situazione a macchia di leopardo per l’offerta vaccinale nel Lazio
Nella regione ogni anno i nuovi casi di tumore sono 32 mila, e 46 mila i ricoveri ospedalieri collegati alla malattia. La risposta ai bisogni di salute, e nello specifico di accedere alla vaccinazione, non è però sempre garantita, ha aggiunto Daniele Santini, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica del Policlinico Umberto I: “In Regione Lazio al momento vi è una situazione eterogenea e a macchia di leopardo. Alcuni centri hanno già avviato percorsi adeguati e i pazienti sono vaccinati all’interno dello stesso ospedale. Altri, invece, hanno stabilito delle convenzioni con le Asl del territorio che si occupano delle immunizzazioni. Tuttavia alcune strutture sanitarie oncologiche non hanno ancora previsto nulla e queste lacune devono essere colmate al più presto. Bisogna riuscire ad uniformare l’assistenza affinché le vaccinazioni siano disponibili in modo capillare sull’intero territorio regionale”.