“All’esito delle investigazioni, condotte in collaborazione con gli omologhi uffici di polizia straniera e anche per il tramite di rogatorie internazionali, nessuna evidenza è emersa in ordine a progettualità ostili o omicidiarie nei confronti del Santo Padre. Per contro, il responsabile sembrerebbe essere inserito in circuiti criminali non correlati al terrorismo di qualsivoglia matrice”. Così una nota inviata dalla Questura dopo la diffusione della notizia, pubblicata in esclusiva sul Piccolo, di un possibile progetto di attentato contro Papa Francesco durante la sua visita a Trieste nel luglio del 2024.

L’ipotesi di un “possibile progetto di attentato contro il Sommo Pontefice”, riporta il quotidiano locale, era apparsa nel fascicolo d’indagine a carico dell’uomo, responsabile di aver portato a Trieste, il giorno prima dell’arrivo del Papa, una valigia contenente una pistola semiautomatica con 14 munizioni nel caricatore. 

Come dichiara la Questura, non ci sono al momento prove a sostegno di questa circostanza ma, viene specificato nella nota, “il procedimento penale nei confronti dell’indagato pende ancora nelle fasi delle indagini preliminari” e “le sue responsabilità effettive saranno vagliate nel corso del successivo processo”. Il cittadino turco era stato arrestato in Olanda lo scorso 3 aprile ed estradato in Italia il successivo 27 giugno in esecuzione di un mandato di arresto europeo, in quanto ritenuto responsabile dei reati di possesso e detenzione di un’arma.