di
Lorenzo Cremonesi
La venticinquenne della foto simbolo: «Quando sono uscita dal rifugio non potevo credere ai miei occhi, sono scoppiata a piangere. Ora cercheremo un altro appartamento, magari con un rifugio vicino»
KIEV
«Quello scatto me l’ha fatto un fotografo nel momento massimo della disperazione. Avevo appena visto il mio appartamento distrutto dall’esplosione del missile russo. Mi sentivo come impotente, annullata, privata delle mie cose essenziali. Un incubo, speravo di potermi dare un pizzicotto e risvegliare come se nulla fosse accaduto. In meno di tre settimane ho perso due case a causa della guerra». Ci racconta la 25enne Jana Derjak seduta al tavolino di un caffè nei pressi della fermata del metrò Olimpiiska, nel centro di Kiev, a meno di cento metri dal palazzo colpito giovedì mattina, dove lei abitava al quarto piano col figlio Damir di due anni e mezzo e il marito Alexander.
Quella foto è stata pubblicata in prima pagina dal Guardian, viene postata sui social ucraini: una sorta d’immagine simbolo del dramma della capitale sotto attacco, i 23 morti civili, la paura per le prossime notti. Ce la racconta?
«Ultimamente il nostro Damir mostra segni d’inquietudine quando suonano le sirene dell’allarme. Non è grave, ma trema ansioso, non dorme. Per tranquillizzarlo abbiamo deciso di scendere sempre nei rifugi, il nostro è un vasto parcheggio sotterraneo dove si trovano tante famiglie. E così abbiamo fatto anche ieri prima dell’alba (due giorni fa per chi legge, ndr). E per fortuna, perché poi abbiamo sentito le esplosioni, almeno due, che erano forti e molto vicine. Una signora ci ha detto che era stata colpita anche la nostra casa. Io ho atteso una mezz’oretta dopo l’ultima esplosione, poi, verso le sei e un quarto di mattina sono uscita sulla strada. Non potevo credere ai miei occhi, mi sono messa a piangere».
Perché afferma che è la sua seconda casa colpita dai missili di Putin in tre settimane?
«Sono originaria della cittadina di Dobropillia, nel Donbass. Vi si trova la mia casa natale con i miei genitori dove ho vissuto sino alla fine delle superiori. Ma le truppe russe dai primi di agosto hanno iniziato a bombardarla, tanto che mamma e papà hanno dovuto evacuare, adesso sono qui a Kiev con noi. Anche per loro è stato il ripetersi di un’incubo».
Le mostriamo i nostri video girati il 25 agosto nel centro di Dobropillia scortati dai soldati ucraini pronti a sparare contro i droni in agguato. Lei vede una delle palazzine colpite, annerite dagli incendi, ed esclama: «Eccola qui la nostra casa in via Pershotravneva»!
Davvero è la sua casa?
«Certo, ci avevano detto che era stata danneggiata e adesso noto che anche il palazzo è messo molto male. Le comunicazioni risultano molto difficili. Sono rimasti pochissimi tra i 30.000 abitanti originari».
Come farete adesso?
«Avevo preso l’apprtamento in affitto a Kiev dal luglio 2023. I proprietari adesso cercheranno di farsi indennizzare dallo Stato, non è una procedura facile e prende tempo. Noi abbiamo salvato alcune delle nostre cose: qualche mobile, i vestiti. Il danno finanziario l’hanno avuto i mei genitori per Dobropillia, qui a Kiev adesso siamo ospiti di amici. Ma ci stiamo già dando da fare per trovare un altro appartamento in affitto. Il mercato delle case è molto aperto dall’inizio della guerra. Tanti abitanti originari di Kiev sono emigrati all’estero già nei primi giorni, i loro appartamenti sono sul mercato e la città vede l’arrivo e la partenza continui di sfollati».
Cosa la fa sperare?
«Noi tre siamo vivi e stiamo bene. Poteva essere molto peggio. Penso a chi ha avuto morti e feriti. Io sono farmacista, anche mio marito lavora, non ci sarà difficile trovare una nuova sistemazione. Però avverto sempre più il bisogno di avere una casa mia, dove si possa mettere radici. Ma la guerra dei russi non ce lo permette. L’Ucraina deve essere libera e anche la nostra casa in Donbass deve restare in Ucraina. Ma oggi non voglio parlare di politica. La mia foto è sui social, non mi piace tutta questa notorietà».
Ha dormito la notte dopo l’attacco?
«Abbastanza bene, almeno 5 ore».
Crede ci saranno altri raid russi?
«Non ho dubbi. Ci saranno nuovi bombardamenti e altri missili contro Kiev. Lo sappiamo tutti molto bene. Il nostro prossimo appartamento deve avere un rifugio molto facile da raggiungere».
30 agosto 2025
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