Lettere anonime, ricatti, foto rubate, adescamenti online con accuse di pedopornografia e minacce. Con il sospetto che a ricattarlo possa essere stato il “fuoco amico”, per costringerlo a non candidarsi al consiglio regionale. È la vicenda che ha coinvolto Tommaso Cocci, capogruppo di Fratelli d’Italia a Prato nella scorsa legislatura e tra i candidati di punta della sezione pratese di Fdi alle prossime regionali.

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, quotidiano che ha rivelato la vicenda, Cocci ha fatto sapere di essere stato vittima di un tranello online e di aver condiviso un’immagine privata con un profilo Instagram che è poi sparito. L’esponente del centrodestra avrebbe ricevuto la prima lettera minatoria nelle prime settimane di quest’anno, seguita da una seconda che avrebbe avuto l’intento di danneggiarne l’immagine e di costringerlo a lasciare la politica.

E lo scorso aprile, Cocci avrebbe denunciato tutto alla Digos, che sta indagando sulla vicenda. Nelle lettere in questione, che sono state recapitate anche ad altri esponenti del suo stesso partito, comparirebbero foto hard che lo ritraggono. Insieme a pesanti accuse nei suoi confronti: è stato accusato del presunto uso di droghe e di aver partecipato a orge gay alla presenza di minori.

Non è tutto: è stato accusato di appartenere alla medesima loggia massonica di Riccardo Matteini Bresci, l’imprenditore della Valbisenzio accusato a sua volta di aver corrotto la sindaca uscente Ilaria Bugetti.

Le foto compromettenti relative a Cocci sarebbero state inviate anche a diversi esponenti di spicco di Fratelli d’Italia, come Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI (nonché uno dei luogotenenti di Giorgia Meloni) e la deputata Chiara La Porta. Il diretto interessato, per il momento, ha preferito non commentare. E l’ipotesi che i ricatti possano esser stati orchestrati da qualche collega di partito, ad oggi, non viene scartata. Anche se saranno i prossimi giorni a dare le prime risposte, con tutta probabilità. A circa due mesi dal “terremoto” che ha portato alle dimissioni la sindaca Pd Ilaria Bugetti, Prato torna a far parlare di sé.

Le reazioni politiche

Il segretario provinciale del Pd, Marco Biagioni, non ha usato mezzi termini. “La questione sollevata oggi dalla stampa sull’affiliazione di Tommaso Cocci alla loggia massonica Sagittario, la stessa di Matteini Bresci, impone una riflessione seria sui principi di trasparenza che devono guidare chi intende amministrare la cosa pubblica – ha detto -. La massoneria, come ho detto all’indomani dell’inchiesta della Procura di Firenze, è incompatibile con l’impegno politico amministrativo. Chi ricopre ruoli nelle istituzioni deve avere come unico riferimento il mandato popolare e la massima trasparenza verso i cittadini. Non possono esistere fedeltà parallele o appartenenze riservate quando si è chiamati a servire la comunità”. Biagioni, non commentando gli aspetti relativi alla sfera privata, non ha risparmiato un duro attacco a Cocci.

“Mi chiedo perché Tommaso Cocci non abbia avuto l’onestà intellettuale di dichiarare fin da subito la sua appartenenza alla loggia e perché i ‘fratelli e le sorelle d’Italia’ a cominciare dall’onorevole Chiara La Porta, se ne erano a conoscenza, abbiano taciuto e coperto questa notizia così a lungo. Dopo mesi di campagne d’odio contro il Pd, portate avanti proprio da La Porta e Cocci, adesso scopriamo che l’ex capogruppo di FdI in consiglio comunale e attuale candidato alle regionali ha ricoperto ruoli di primo piano nella loggia attenzionata dalla Procura. Lo conferma lui stesso a un giornale nazionale – ha concluso – la verità è che siamo di fronte a un partito con una doppia morale: attacca gli avversari quando il problema ce l’ha tutto in casa. Questa è la destra che intende governare Prato e la Toscana, una destra che cavalca il tema della legalità e della trasparenza solo quando fa comodo. Su tutte le altre questioni, che fino a prova contraria attengono alla sfera privata e personale di Cocci, non intendo dire una sola parola perché credo che si sia di fronte a un ignobile caso di ricatto e di revenge porn. Un fenomeno inaccettabile che rappresenta una forma di violenza intollerabile che deve essere punita con fermezza. Spero che le forze di polizia e la magistratura su questo facciano chiarezza, innanzitutto a tutela dello stesso Cocci”.

A difesa di Cocci è intervenuto Daniele Spada, candidato sindaco del centrodestra nel 2019 a Prato ed ex-capogruppo della Lega. “Ho smesso di fare politica e non ho alcuna intenzione di ricominciare, ma una cosa voglio dirla – ha scritto sulla propria pagina Facebook – quello che hanno fatto a Tommaso Cocci è uno schifo indicibile. Tommaso è un ragazzo capace, un politico corretto, un amico sincero. Una persona degna di stima e fiducia. Vai avanti, a testa alta. Che chinino il capo le persone meschine che hanno orchestrato tutto questo”.

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