Il bicchiere lo vede sempre mezzo pieno e ha ragione lei. Eleonora Ciabocco ha appena concluso il Tour de l’Avenir Femmes meglio di un anno fa e può incamerare ulteriori convinzioni per i prossimi appuntamenti in maglia azzurra (in apertura foto instagram).
Nel 2024 la ventunenne marchigiana chiuse il “piccolo Tour” per U23 al sesto posto a più di sette minuti da Marion Bunel. Quest’anno invece ha iniziato con due secondi posti nelle prime due frazioni. Ha concluso quindi la generale in quinta piazza dopo essere stata seconda ad una manciata di secondi dalla maglia gialla fino alla vigilia delle due semitappe di ieri. Stavolta Ciabocco se l’è giocata molto di più contro due atlete più inclini di lei alla salita come Holmgren e Bunel (rispettivamente prima e seconda, a parti invertite rispetto a dodici mesi fa). Ora arriva un periodo da vivere quasi senza respiro tra Picnic PostNL e nazionale.
Holmgren (in maglia gialla) brucia Bunel al fotofinish ai 1980 metri di La Rosière. Chiuderanno così anche la generale (foto Tour Avenir Femmes)
Holmgren (in maglia gialla) brucia Bunel al fotofinish ai 1980 metri di La Rosière. Chiuderanno così anche la generale (foto Tour Avenir Femmes)
Tutto alla fine
E’ stato un venerdì intenso quello vissuta sulle strade dell’Avenir Femmes. Dopo il riposo del giovedì, l’ultima giornata si è divisa in due a La Rosière dove era partita la corsa un anno fa. Al mattino la semitappa di 40 chilometri a cavallo delle Alpi con sconfinamento in Val d’Aosta (trasferimento di 36 chilometri per la partenza ufficiale da Morgex scalando il Piccolo San Bernardo prima di rifarlo in gara al ritorno), poi nel pomeriggio l’altra semitappa con una cronoscalata di 10 chilometri. Tra tutto le gambe di Ciabocco e le altre atlete hanno avvertito un dislivello di 3.000 metri.
«Siamo partite forte – attacca Eleonora mentre sta rientrando col gruppo azzurro dalla Francia – e mi aspettavo che qualcuno attaccasse presto. Infatti Bunel ha forzato i tempi sul Colle San Carlo, scollinando da sola e guadagnando in discesa. Dietro eravamo tutte assieme, ma scendendo verso La Thuile abbiamo iniziato a perdere contatto fra di noi. Da lì in avanti io ho praticamente fatto tutta la gara da sola e come me via via molte altre, a parte Holmgren che era già tornata su Bunel, arrivando in due fino al traguardo.
«E’ stato in quel frangente – prosegue Ciabocco – che ho perso tanto tempo ad inseguire quelle davanti a me che hanno sfruttato la superiorità numerica prima di restare sole. Ovvio che poi siano cresciuti i minuti tornando a La Rosière. La crono in salita non è andata male, però devi fare i conti con ciò che ti è rimasto. Posso dire di uscire con maggiori consapevolezze e più esperienza in generale e rispetto all’anno scorso. Quest’anno ero più preparata a fare la capitana perché anche con la mia squadra mi era capitato di essere leader in qualche gara».
Dopo il secondo posto nel prologo, Ciabocco conquista la stessa posizione nella prima tappa alle spalle di Gery (foto Lewis Catel)
Dopo il secondo posto nel prologo, Ciabocco conquista la stessa posizione nella prima tappa alle spalle di Gery (foto Lewis Catel)
Assaggio mondiale
E’ mancato solo l’acuto. Ciabocco meritava di tornare dalla Francia con un risultato importante anche se non bisogna disprezzare il secondo posto nel prologo in salita a Tignes e quello nella prima tappa in linea a Saint-Galmier, così come le altre quattro top 10. Questa settimana di Avenir Femmes può considerarsi un antipasto del mondiale U23 in Rwanda.
«Il livello è stato alto – analizza – tanto che nelle frazioni iniziali, o le prime quattro in linea se preferite, non c’è stato spazio e terreno per fare gara dura o un po’ di differenza sulle scalatrici pure. Siamo sempre arrivate tutte assieme. All’Avenir le salite lunghe hanno deciso la generale, al mondiale invece ci saranno strappi più corti e più gestibili, seppur ne uscirà una corsa dura.
«So che dovremmo essere al via in poche – spiega Ciabocco – e potrebbero esserci le stesse avversarie con l’aggiunta di qualche ragazza che non c’era in Francia. Penso a Cat Ferguson. Sulla carta può sembrare un percorso troppo duro per lei, ma sappiamo che è forte e che quando sta bene è capace di tutto. Penso però anche a Celia Gery, che all’Avenir ha conquistato tre tappe e mi ha fatto una grande impressione. Non è un caso che Francia e Gran Bretagna al mondiale U23 andranno con formazioni al completo o quasi».
Ciabocco torna dalla Francia con ulteriori consapevolezze avendo disputato una gara sempre con le migliori (foto Tour Avenir Femmes)
In Francia Ciabocco (in maglia tricolore) ha visto da vicino le avversarie di mondiale ed europeo (foto Tour Avenir Femmes)
Ciabocco torna dalla Francia con ulteriori consapevolezze avendo disputato una gara sempre con le migliori (foto Tour Avenir Femmes)
In Francia Ciabocco (in maglia tricolore) ha visto da vicino le avversarie di mondiale ed europeo (foto Tour Avenir Femmes)
Ardeche, Rwanda e… Ardeche
Il contingente della nazionale per i mondiali africani prevede il numero massimo consentito sia per uomini che donne. Nel gruppo femminile non è ancora esplicitato se ci sarà un posto riservato ad una Under 23 (che ricordiamo correranno una gara tutta per loro per la prima volta nella storia), però interpretando le parole del cittì Velo dopo il Giro Women parrebbe che quel posto potrebbe essere assegnato proprio a Ciabocco.
Se occorrevano risposte dall’Avenir, allora si può dire che siano arrivate. E forse vale davvero la pena portare la marchigiana in Rwanda. E’ vero che correrà senza compagne, ma è altrettanto vero che non sarà l’unica in quelle condizioni e non è peregrina l’idea di portare a casa una medaglia. Ora manca solo l’ufficialità, ma intanto Eleonora sa già che il programma che l’attende potrebbe essere un cerchio.
«Farò qualche giorno a casa – ci dice – poi correrò il Tour de l’Ardeche con la Picnic PostNL (dal 9 al 14 settembre, ndr). A quel punto se dovessi correre il campionato del mondo, so che partirei col gruppo crono il 17 o 18 settembre. Quindi farei una settimana in Rwanda prima di correre (le U23 corrono il 25 settembre, ndr).
«In teoria – conclude Ciabocco – dovrei correre anche l’europeo in Ardeche (il 3 ottobre, ndr) e la gara con la squadra potrebbe servire proprio anche in quella funzione. Tuttavia ci sono ancora un po’ di cose che vanno confermate e considerate. Una di queste sarebbe la capacità di recupero tra il rientro dal Rwanda e la rassegna continentale. Andiamo un passo alla volta però. Alla base di tutto bisogna aspettare la definitiva convocazione in nazionale. Naturalmente spero che arrivi, io sono pronta».