di
Chiara Maffioletti
L’attore, protagonista di «Late Fame» a «Che Spettacolo!» ha raccontato cosa rappresenta per lui il talento e essere riconosciuti
Il talento, per essere tale, ha bisogno di essere riconosciuto dagli altri? In Late Fame, film di Kent Jones presentato nella sezione Orizzonti, Willem Dafoe interpreta un poeta di scarso successo, le cui opere vengono riscoperte 35 anni dopo da un gruppo di giovani intellettuali: il loro sguardo lo trasforma di colpo da autore fallito a genio. Protagonista ieri di uno degli incontri di «Che Spettacolo!», l’attore riflette sul concetto di fama: «Non è una cosa a cui penso troppo. Magari sì, lo faccio, ma quello che davvero cerco di fare é concentrarmi sul mio lavoro, su quello che sto facendo e non sul suo successo».
Una scelta non solo etica, ma anche saggia: «Tanti problemi sono dovuti proprio all’aspettativa di un risultato. Detto questo, quando realizzi qualcosa, se c’è qualcuno che riconosce una tua capacità, qualcuno che ti incoraggia, che ti dice sì, vai avanti, continua perché hai qualcosa da dire, questo ti incoraggia, ti carica». Il suo poeta sembra cambiare anche la sua stessa percezione in base allo sguardo degli altri: «Ci si deve perdere in quello che facciamo, ci dobbiamo arrendere, lasciarci andare. È una trappola fare qualcosa pensando di essere tu quello speciale». Eppure viviamo in un’epoca dove tutti noi, magari attraverso i social, sembriamo voler trovare consenso e affermazione e spesso il giudizio degli altri riesce a cambiare anche come ci vediamo.
«Questo è lo scontro, la lotta: ognuno deve mantenere il suo pensiero. La nostra originalità va preservata così come il nostro modo di vedere le cose, a prescindere dal consenso esterno». Ma se il suo talento non fosse stato riconosciuto, oggi cosa farebbe se non l’attore? «Amo molto la natura, quindi probabilmente mi sarei dedicato a qualche mestiere che ne ha a che fare, tipo il contadino. La natura ti ricorda che sempre qualcosa che va oltre ciò che vediamo, qualcosa di meraviglioso». La ricerca della bellezza, dell’arte e del talento è un processo che Dafoe fa sia come attore ma anche nel suo impegno come direttore della Biennale Teatro. «Sono contento delle opportunità che mi vengono offerte nel cinema e anche a teatro. Il talento può anche rimanere nascosto, non scoperto. Quindi sono grato del mio percorso». Gli appuntamenti di «Che Spettacolo!» proseguono anche oggi al Lido, allo spazio delle Procuratie. Tra gli ospiti della giornata Lionello Cerri e Cristiana Mainardi, protagonisti di Fuoricinema, Paola Minaccioni e Francesca Barra.
31 agosto 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA