Roma, 31 agosto 2025 – Emergenza psichiatrica in Italia: ci sono bambini e soprattutto bambine anche di 10-11 anni in ospedale. E questo è il volto più preoccupante di un fenomeno che non fa rumore ma continua a crescere. Lino Nobili, responsabile della Neuropsichiatria Infantile al Gaslini di Genova, sperimenta ogni giorno questa urgenza nel suo reparto, tra i pazienti più piccoli “ci sono quelli ricoverati per disturbi alimentari, tra il 2018 e il 2024 abbiamo visto quadruplicare gli accessi al pronto soccorso dei giovanissimi per patologie psichiatriche, come le condotte autolesionistiche. Il problema è nazionale, anzi internazionale. Sicuramente in Italia i posti letto sono insufficienti. Ma bisogna lavorare anche su prevenzione e diagnosi precoce. Perché i risultati si ottengono in équipe: lo psichiatra e lo psicologo, gli infermieri formati, gli educatori e gli assistenti sociali”. E prevenzione è tra le parole chiave del Piano di azione nazionale 2025-20230 messo a punto dal ministro Orazio Schillaci.
Lino Nobili, direttore della scuola in Neuropsichiatria infantile all’università di Genova e responsabile dell’Unità complessa di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Gaslini
La salute mentale, chiarisce il documento, “non è riducibile alla sola assenza di malattia psichiatrica, ma include il benessere psicologico, emotivo e sociale, lo sviluppo cognitivo, l’empowerment personale, tutti fattori che permettono agli individui di sviluppare pienamente la consapevolezza del proprio potenziale di crescita personale (…) e contribuire al benessere della collettività e alla sua crescita produttiva. La salute mentale influisce sui comportamenti umani, sul benessere della nostra mente e del nostro corpo”. Il rapporto Istat 2025 ci svela che tra i 14-24enni chi risiede al Nord sta peggio di chi vive al Sud, uno schema che si ripropone anche nella fascia d’età successiva, 25-44 anni. Più avanti, invece, quel rapporto s’inverte.
A questo link del ministero le info sulla salute mentale
Oggi “l’esordio dell’emergenza psichiatrica è stabilmente anticipato ai 10-11 anni, quando compaiono le prime manifestazioni di autolesività”: è l’allarme che lanciano i neuropsichiatri infantili di tutta Italia in un documento che sintetizza il lavoro di un gruppo appena nato, in squadra i responsabili delle Unità operative di 28 ospedali. Denunciano: nel 2022 in Italia erano disponibili 403 posti letto ma ne servirebbero più di 700. Questo porta con sé una conseguenza grave, “il 10% dei ricoveri minorili per psichiatria” avviene in reparti per adulti, “e in alcune regioni questa percentuale varia dal 43% al 71%”.
Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria forense
Soffre di disturbi mentali il 28% degli italiani, la media mondiale è più alta (32%), ma nel nostro Paese il dato è in crescita di sei punti sul 2022. Questa la fotografia del Mind Health Report condotta da Ipsos per Axa in 16 paesi del mondo.
In Italia la depressione è il secondo disturbo segnalato subito dopo la schizofrenia, incide per il 17% nelle prestazioni. E ha un costo sociale altissimo. “Negli ultimi anni è diventata una delle cause principali della perdita di ore di lavoro – rimarca Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria forense (SIPF) -. Provoca una perdita di efficienza fisica nel senso sociale del termine. Accompagnata molto spesso dall’ansia, che in alcuni casi la sostituisce, ed è collegata alla complessità della vita moderna. E’ sempre più difficile essere all’altezza delle richieste”.
Ma perché il disagio mentale colpisce prima di tutto i ragazzi? Per il professor Nobili “le cause sono assolutamente molteplici. Di sicuro, c’è una maggiore fragilità degli adolescenti, che si manifesta di più nelle femmine, per quello che vediamo come ricoveri nei reparti d’urgenza, di fronte allo stress e agli eventi esterni negativi. Non è facile essere ragazzi in un mondo in cui conta così tanto l’apparire. I maschi magari non vengono ricoverati in ospedale, hanno manifestazioni diverse, come le risse. Le patologie psichiatriche sono in continuo aumento, è così da 10 anni. Il picco è stato tra Covid e post Covid, che ha dato una spinta, ma oggi la crescita continua. Vediamo condotte autolesionistiche, quindi ragazzi e soprattutto ragazze che si tagliano, le ideazioni suicidarie sono esplose. Lo stesso vale per l’ansia. E ultimamente vediamo aumentare di nuovo una patologia che era un po’ diminuita, i disturbi che chiamiamo del comportamento, giovanissimi che arrivano in pronto soccorso particolarmente agitati. Lì in mezzo ci sono purtroppo anche gli effetti delle sostanze, soprattutto per i maschi”.
La riflessione è anche che “oggi le prospettive sono poche, soprattutto per i giovani. Che sono anche particolarmente in gamba ma hanno anche questo modo più facile di manifestare, di essere contro, attaccare se stessi e il proprio corpo è anche questo. Anche le famiglie sono più fragili. E anche il dialogo tra i ragazzi è cambiato. Non voglio demonizzare i social, possono anche essere utili, ma di certo hanno cambiato molto le relazioni”.
Ma, chiaro, per affrontare questa emergenza non basta aumentare i posti letto. Perché, osserva Nobili, “prima di tutto bisogna lavorare sul territorio, ci deve essere la collaborazione tra neuropsichiatri e scuole. Il problema principale è arrivare a una diagnosi precoce, molto spesso finiscono al pronto soccorso ragazzi che magari erano sfuggiti ai controlli sul territorio. Dove comunque i colleghi sono pochissimi e fanno molta fatica. Le liste d’attesa per una valutazione neuropsichiatrica sono lunghissime. Eppure questo è il settore che andrebbe rinforzato di più, invece siamo molto indietro. Non è solo un problema italiano ma anche europeo e internazionale”.
Ma la carenza di posti riguarda anche gli adulti per le Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, strutture alternative nate dopo l’abolizione degli Opg. Ricorda il professor Zanalda: “Sono 31, presenti in quasi tutte le regioni tranne Valle d’Aosta, Umbria e Marche, per un totale di 670 posti contro i 1.500 degli Opg, perché erano state pensate solo per pazienti con sentenza definitiva. Mentre l’amministrazione penitenziaria e il ministero hanno voluto estenderle anche ai provvisori, cioè ai pazienti in attesa di giudizio. Perché è difficile gestire persone con patologie mentali in carcere. Ma la Corte Costituzionale nel 2022 ha definito pericolosa questa situazione, non tutelante né per le persone né per la società. Oggi ci sono 700 persone in attesa di entrare. Vengono gestite a casa o in carcere o in strutture psichiatriche non detentive. Questa situazione è sicuramente un fallimento della riforma Basaglia”.
Psichiatria, le prestazioni in Italia nel 2023 (rapporto ministero della Salute)