Playmaker, Pointguard, Handler. Tanti nomi, una sola necessità: giocatori in grado di creare vantaggi dal palleggio, in entrata di possesso

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Olimpia Milano Regia

Playmaker, Pointguard, Handler. Tanti nomi, una sola necessità: giocatori in grado di creare vantaggi dal palleggio, in entrata di possesso. E’ questo quello che richiede il basket europeo moderno, ed è quello che Olimpia Milano insegue, senza grandi frutti, soprattutto in avvio di stagione, da tre anni.

L’Olimpia Milano quest’anno ha preso una via decisa. Dentro Lorenzo Brown, e non Darius Thompson, al fianco dei giovani Nico Mannion, Quinn Ellis e Leandro Bolmaro. E’ un elemento esperto, come Malcolm Delaney e Sergio Rodriguez all’alba dell’era Messina.

I numeri ora paiono esserci, rispetto ad un anno fa quando si partì con i soli Dimitrijevic e Bolmaro più un Causeur in grado di supportarli. E adesso c’è anche Marko Guduric, che anche con la Serbia si ritrova, quando chiamato in causa, a gestire il pallone.

E se in EuroLeague abbiamo visto, negli ultimi anni, lasciare il segno con due o tre handler contemporaneamente in campo, andiamo a vedere l’assetto delle altre big d’Europa. E vediamo le differenze rispetto ai biancorossi. Abbiamo scelto per comodità chi ha partecipato alla scorsa post-season, più l’Hapoel Tel Aviv.

Olimpia Milano

Playmaker – Lorenzo Brown, Quinn Ellis, Nico Mannion

Altri handler – Marko Guduric, Leandro Bolmaro

Dopo le scommesse dello scorso anno, si passa a due senatori come Brown e Guduric, e certamente Bolmaro da comprimario può fare bene, anche se non pare partire dentro al progetto.

Da testare Ellis, uno dei rookie più interessanti di EuroLeague. Ma molto passerà per la tenuta di Lorenzo Brown. Se lui funziona, Milano è da playoff.

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