Milano, 30 agosto 2025 – Salute mentale: c’è anche la nutraceutica tra le nuove frontiere, 47 anni dopo la chiusura dei manicomi e della rivoluzione di Franco Basaglia, “quel settore è in grandissima espansione”, certifica Federico Baranzini, psichiatra con esperienza di giovani in comunità e di anziani.
Che cos’è l’indice di salute mentale, In Italia e in tutto il mondo un problema emergente (Istat)
Definisce la salute mentale “un’emergenza silenziosa”, ricorda che in cima alla lista dei disturbi c’è la depressione (17%) seguita dall’ansia (14%). Il Consiglio d’Europa ci ha appena ricordato che nel primo anno di pandemia questi disturbi a livello mondiale sono aumentati del 25%; e si registra un +22% nei casi di solitudine nell’Ue dopo il Covid. Dottor Baranzini, il mondo sta impazzendo? “No, ma oggi siamo sicuramente più attenti, anche dal punto di vista metodologico e della ricerca. I metodi si sono affinati, è come avere un setaccio più fine, si è più attenti a diagnosticare i disagi”.
Ricorda lo psichiatra: “Uno dei punti nel Piano nazionale salute mentale appena licenziato dal ministro Orazio Schillaci è proprio la diagnosi precoce, lo screening, attivare una serie di campagne a livello scolastico per intercettare il disagio prima che si manifesti”.
Federico Baranzini, psichiatra e psicoterapeuta
Sulle cure precisa: “Sono stato un ricercatore, oggi faccio il clinico, ho un punto di vista molto concreto. Spiazzo i miei pazienti perché propongo anche alternative ai farmaci tradizionali. Molti mi chiamano per quello, chiedono la prescrizione di medicine. Tecnicamente non si può parlare di dipendenza, mi concentrerei piuttosto sull’aspettativa. Un po’ come dire: con il minimo sforzo butto giù una pillola e risolvo i problemi“, come fosse l’eterna ricerca di un Prozac, per capirsi. Lei che cosa propone, invece? “Prima di tutto devo cercare di capire qual è la domanda implicita che spesso non mi viene rivolta – ragiona lo psichiatra -, un problema di cui il paziente stesso non è consapevole. Il mio lavoro consiste nel cercare di portare a galla questo scenario, proponendo strade alternative, ad esempio un approccio più psicologico. Ma a volte le persone non vogliono parlare di se stesse. Quando vedo in prima battuta che non si riesce ad aprire varchi su sintomi che si vorrebbero azzittire con i farmaci, quando è possibile propongo anche un approccio più soft con la nutraceutica e i fitoterapici. Oggi questo settore è in grandissima espansione. La proposta di solito viene accolta. A volte si possono usare questi fitofarmaci, ce ne sono diversi, dalla passiflora allo zafferano, un modo più morbido di impattare su alcune condizioni”. Chiarimento indispensabile e doveroso da scienziato: “Naturalmente non sostituiscono i farmaci tradizionali ma possono potenziarne i benefici o ridurne gli effetti collaterali”.
A questo link le info sul Congresso nazionale di nutraceutica
Ma c’è un altro piano terapeutico “di cui si sta cominciando a parlare anche in Italia, è la prescrizione sociale. Cosa significa? Sono attività di tipo fisico. Spesso prescrivo proprio questo, come se fosse una medicina. Come la frequentazione di luoghi di aggregazione. Sono anche psicogeriatra, vedo molti anziani. Dico: il primo problema non è la malattia ma la solitudine”.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha appena licenziato il Piano per la salute mentale 2025-2030