Sven Liebich, che ha cambiato il proprio nome in Marla per finire in un istituto di detenzione per donne e scatenare una polemica sulla legge per la riaffermazione di genere, si trova in fuga dalle autorità e su X sbeffeggia: «Affettuosi saluti da Mosca». Dietro l’ultima provocazione dell’attivista neonazista tanti soldi e una rinata popolarità
Un incredibile colpo di scena, come nei film. Un messaggio lanciato sui social e la fuga sotto gli occhi del mondo. Il neonazista tedesco Svenja Liebich (“Marla” dopo una rettifica all’anagrafe) non si è presentato venerdì sera alla prigione femminile di Chemnitz. Ha affidato invece a X un messaggio: «Affettuosi saluti da Mosca», citazione dal film di James Bond del 1963 “Dalla Russia con amore”, che in tedesco si intitola appunto: “Liebesgrüsse aus Moskau”.
Liebich avrebbe dovuto iniziare a scontare la pena nella prigione femminile di Chemnitz (Sassonia) venerdì sera. Scomparso. Adesso sulla sua testa pende un mandato di ricerca dalle autorità competenti che starebbero verificando con chi abbia vissuto negli ultimi giorni e con chi abbia avuto contatti recentemente.
Feroci le critiche che arrivano dal parlamento regionale tedesco, il Landtag della Sassonia-Anhalt: «Diverse autorità di sicurezza e di perseguimento penale si occupano di Liebich da anni e, nel farlo, si sono lasciate ripetutamente ingannare», ha dichiarato l’onorevole Henriette Quade, membro della Commissione Interna del Landtag. Le autorità tedesche non hanno informazioni sul fatto che Liebich si trovi effettivamente a Mosca o se abbia lasciato la Germania.
Il caso Liebich
Certo, Mosca sarebbe una fuga naturale per Liebich, convintamente filorusso: dopo l’invasione dell’Ucraina, ha dipinto un grande Z sulla sua auto, simbolo della propaganda militare russa.
Leader di spicco della rete neonazista Blood & Honor, ispirata al motto della Germania nazista “Blut und Ehre”, cioè sangue e onore, 54 anni, un’inclinazione naturale alla provocazione: noto anche per le sue battaglie contro la comunità Lgbt («Parassiti della società»), in particolare le persone trans («Transfascismo»).
Nel luglio 2023 il tribunale distrettuale di Halle l’ha condannato a 18 mesi di carcere per una serie di reati tra cui istigazione all’odio, violazione del diritto d’autore, diffamazione e ingiuria. La sentenza è diventata definitiva alla fine del 2023.
Quando si è profilata la pena detentiva, nel dicembre 2024 Liebich ha formalizzato un cambio di nome e di genere, annunciandosi pubblicamente come Marla-Svenja Liebich. Questo passaggio è avvenuto in un contesto legislativo nuovo: la legge sull’autodeterminazione, entrata in vigore in Germania nel novembre 2024, permette di modificare il sesso legale con una semplice dichiarazione all’ufficio di stato civile, senza necessità di perizie psichiatriche o procedure giudiziarie come avveniva prima. Una normativa che semplifica la procedura per chi, effettivamente, ha bisogno di avviare un percorso di riaffermazione di genere.
Una mossa, quella di Liebich, che ha aperto il fianco ai gruppi transfobici. A nulla sono servite le rassicurazioni dello stesso carcere, la JVA Chemnitz con una lunga esperienza nella gestione di persone trans, intersex e non binarie, con valutazioni caso per caso, né gli avvertimenti della responsabile queer del governo tedesco, Sophie Koch (SPD): «Non bisogna cascare nelle trappole dei fomentatori di destra».
Molti aspettavano proprio venerdì per dimostrare le faglie della legge sull’autodeterminazione per le persone transgender e vedere il neonazista tra le donne dell’istituto penitenziario.
Liebich però è sparito. Come in un gioco di prestigio come quelli che fanno i maghi ai bambini, ha scritto su proprio profilo X: «Tutti gli occhi sono puntati sullo sfondo, mentre l’oggetto scompare nell’ombra», sotto il testo un’illustrazione che lo ritrae in abiti femminili davanti alla Cattedrale di San Basilio a Mosca. L’hashtag scelto: «Runningwoman» (fuggitiva).
Non solo: secondo FAZ, Liebich avrebbe inviato anche un messaggio vocale su un canale Telegram alle autorità di polizia per deriderle. Nel vocale ha avrebbe affermato di non sentirsi bene e di non poter partecipare a «questo bel incontro di oggi».
Il business dietro la propaganda
Lotta politica, provocazione, ma soprattutto tanti soldi. Come racconta il quotidiano tedesco Sächsische Zeitung. Su X, Liebich ha chiesto donazioni in denaro per sé. Il nuovo “look” del neonazista è stato commercializzato: lo si può acquistare stampato su t-shirt, tazze e altri prodotti.
Il tentativo di combinare propaganda di estrema destra e interessi finanziari non sembra essere una novità per Liebich. Una informativa di Bvf (l’intelligence interna tedesca) aveva evidenziato il suo «comportamento espressivo», che garantirebbe a Liebich risonanza mediatica e politica: «Con la vendita di prodotti tramite il suo negozio online, Liebich amplia da un lato la propria portata e genera dall’altro entrate economiche che gli forniscono la base finanziaria per le sue attività», si legge.
Una scelta necessaria dopo aver registrato negli ultimi anni sempre meno interesse verso le sue provocazioni, sia pubblico che mediatico. Così il neonazista rinasce: dalla fuga, nel trucco di Marla Svenja e nelle provocazioni che lo portano ancora una volta al centro della scena.
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