Antonelli, alti e bassi alla sua prima metà di stagione

Una carriera in 12 gare: si può riassumere così la prima metà di stagione di Kimi Antonelli in Formula 1. Già in Australia il bolognese ha sorpreso tutti con un quarto posto in condizioni complicate anche per i piloti più esperti, mentre a Miami e a Montreal, dove ha conquistato il suo primo podio, ha confermato di possedere il talento per essere tra i grandi del Circus. Quello che sembrava l’inizio di un’inesorabile ascesa si è però rivelato un momento isolato, perché negli ultimi sei gran premi sono arrivati ben cinque zeri: talvolta per colpa sua (qualifiche di Monte-Carlo e inizio del GP d’Austria), altre volte per sfortuna ed errori del team.

Alti e bassi, insomma, com’è naturale per un ragazzo al debutto. Si vede in questi momenti l’importanza della famiglia, delle conoscenze e di tutto quello che può normalizzare la vita e le emozioni di un 18enne gettato presto nella mischia in Formula 1, che dalla Formula 1 può essere travolto. Una pressione che lo stesso Antonelli ha sperimentato a Imola, dove ha imparato a ritagliarsi dei momenti per sé (cosa che in primis la Mercedes gli aveva consigliato) senza dare retta a tutti.

Le parole di Antonelli

“In Formula 1 è come nuotare in un mare pieno di squali, è un attimo cadere nella trappola ed essere mangiato. Me ne sono reso conto a Imola. Lì ho capito quanto sia importante ricavare tempo per me stesso, momenti in cui resto da solo in un posto silenzioso, dove posso isolarmi“, queste le sue parole al settimanale Sette.

“Nel motorhome degli ingegneri c’è una camera riservata ai piloti. Ci vado prima di salire in macchina, visualizzo e replico i giri di pista nella mia testa, e per farlo devo essere tranquillo. Prima non prestavo attenzione a questi aspetti, ora li considero fondamentali per provare a dare il 110%“, ha aggiunto. Una conseguenza di questo approccio è anche l’abbandono dei social perlomeno nei weekend: “Sono importanti, ma bisogna stare attenti a come usarli. Durante i fine settimana cerco di guardarli il meno possibile per non distrarmi e non essere influenzato a livello emotivo e mentale“.