La scultura rappresenta una tecnica in costante evoluzione che più di altre, negli anni, si è avvalsa delle nuove scoperte scientifiche e oggi suscita grande interesse per il suo avvalersi di tecniche innovative, caratterizzate dall’impiego di algoritmi e intelligenza artificiale. Così, in una Venezia che attualmente ospita la Biennale di Architettura 2025, Intelligens, Natural, Artificial, Collective, a cura dell’architetto Carlo Ratti, un laboratorio di idee che affronta le diverse tipologie di intelligenza, naturale e artificiale, anche Palazzo Bollani presenta una mostra che intende proprio fare luce sull’evoluzione del linguaggio scultoreo nel passaggio dall’artigianale al digitale.  

La scultura come idea in mostra a Palazzo Bollani di Venezia 

The idea of sculpture, from the hand to the robot si propone, dunque, di rivelare al pubblico come sia avvenuto il passaggio dalla mano degli artisti all’uso dei robot; analizzando, attraverso il confronto tra disegni, bozzetti tridimensionali in vari materiali, opere finite e perfino un robot-scultore “al lavoro”, l’evoluzione di questa tecnica nell’epoca dell’AI. 

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Il progetto, a cura di Roberta Semeraro e Giovanna Cicutto, si avvale di un nutrito corpus di opere, e ruota attorno al confronto tra tre lavori di Michelangelo e undici sculture dell’artista cubana Helena Bacardi, per la prima volta in Italia.  

Le opere di Michelangelo a Palazzo Bollani 

Tenendo presente che per Michelangelo i suoi non erano semplici strumenti ma mezzi connessi al suo ingegno per dare forma alla materia, o meglio, per liberare la forma dalla materia in cui era contenuta concretizzando le sue visioni artistiche, lungo il percorso si possono ammirare: un Torso viriledel 1540 circa, (attribuito a Michelangelo) in terracotta chiara, probabilmente un bozzetto per un Prigione destinato alla tomba di Giulio II che, nonostante le dimensioni contenute, detiene tutto il fascino dell’arte rinascimentale. LoStudio per una figura seduta con copricapo ecclesiastico (forse un Papa), databile intorno al 1524-1525, realizzato con penna e inchiostro bruno. Lo Studio di tre nudi per una trasfigurazione (o Studio per gli Apostoli nella ‘Trasfigurazione’), realizzato a penna con inchiostro bruno e matita nera.  


Dallo scalpello al robot: a Venezia, Michelangelo, Studio per una figura seduta con copricapo ecclesiastico (forse un Papa), 1524-1525 1 / 2

Dallo scalpello al robot: a Venezia, Michelangelo: Studio per una figura seduta con copricapo ecclesiastico (forse un Papa), 1524-1525


Dallo scalpello al robot: a Venezia, Bacardi Semantics, Michelangelo (attribuito), Torso Maschile, 1540 ca 2 / 2

Dallo scalpello al robot: a Venezia, Michelangelo (attribuito): Bozzetto per Torso Maschile, 1540 ca

Dallo scalpello al robot: a Venezia, Michelangelo, Studio per una figura seduta con copricapo ecclesiastico (forse un Papa), 1524-1525

Dallo scalpello al robot: a Venezia, Bacardi Semantics, Michelangelo (attribuito), Torso Maschile, 1540 ca

Le sculture della cubana Helena Bacardi per la prima volta in Italia 

Le creazioni di Helena Bacardi, elaborate con software di intelligenza artificiale e tecnologie innovative nei laboratori Tor Art di Carrara e Capas Esculturas di Madrid, rappresentano l’ultimo stadio evolutivo della scultura. Tra queste, Semantics, in marmo rosso e rosa, va oltre la figurazione, pur rimanendo vagamente antropomorfa, e combina insieme forme vigorose e delicate. L’artista, nota per aver realizzato negli Anni Ottanta il pipistrello Bacardi, offre una versione rinnovata dell’iconico animale simbolo della sua famiglia: una scultura in vetro creata per l’occasione in omaggio a Venezia.  

Dallo scalpello al robot: a Venezia, Bacardi SemanticsDallo scalpello al robot: a Venezia, Bacardi Semantics, marmo rosso e rosaLe altre opere a Palazzo Bollani provenienti direttamente da Pietrasanta 

Completano il percorso altre diciassette opere tridimensionali, provenienti dal Museo dei Bozzetti di Pietrasanta che offrono una panoramica sulle diverse possibilità della scultura tra ideazione e artigianalità. Tra queste si distinguono la Donna con ombrello, di Botero, in cui l’artista coniugando cultura europea e latino-americana indugia sull’ironia e sul fantastico; la forza e la leggerezza nell’autoritratto a forma di pugno di Bezzina; le linee armoniche di Giuliano Vangi nella Concordia; la testa spezzata e corrosa in Orizzonte di Mitoraj; la dinamicità nel Sole deposto di Giò Pomodoro; la connessione tra fisicità e spiritualità nella Luce di Antonio Signorini. Infine, non mancano alcune realizzazioni di Lipchitz fondatore del linguaggio cubista in scultura; insieme a opere di Messina, Penalba, Fonseca, Giraldi, Papa, Tagliolini, rivelatrici di quanto si cela dietro le quinte della scultura. 

Fausto Politino  

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Ulteriori info


Dallo scalpello al robot: a Venezia

Dallo scalpello al robot: a Venezia la grande mostra sull’idea di scultura dai bozzetti di Pietrasanta a Bacardi.

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