PADOVA – Occhi fissi su uno schermo, schiena curva, pollici che “scrollano” in continuazione e menti immerse sempre di più nel mondo virtuale. È il paradosso della modernità: sempre più connessi dentro uno schermo ma disconnessi dalla realtà. Un’immagine che racconta il presente di migliaia di ragazzi e bambini, cresciuti con lo smartphone in mano e ormai abituati a misurare la propria giornata più in “tempo di schermo” che in ore di gioco all’aperto. Una rivoluzione silenziosa che ha cambiato abitudini, relazioni, linguaggio e salute mentale delle nuove generazioni. «I dati nazionali e internazionali di alcuni studi fatti sul tema – spiega il professore Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Azienda Ospedaliera – raccontano che il 50% dei ragazzi trascorre più di 3-4 ore al giorno davanti ad uno smartphone. Il 60% ha il primo cellulare tra i 10 e i 12 anni e il 54%, sempre in quell’età, inizia una vita in rete senza supervisione. Questi dati non devono e non possono lasciarci indifferenti».

Il progetto

Dal 2022 l’Azienda ospedaliera di Padova, attraverso il Dipartimento diretto dal professor Eugenio Baraldi, porta avanti il progetto “Salute, giovani e stili di vita”. Un’iniziativa che coinvolge un team di venti specializzandi della Scuola di Pediatria, coordinati dallo stesso Baraldi insieme al professor Giorgio Perilongo. Il progetto tocca vari aspetti legati alla prevenzione, dall’alimentazione all’attività fisica fino al contrasto di fumo e alcol. Negli ultimi mesi l’attenzione si è concentrata soprattutto sul tema dello “screen time”, il tempo trascorso davanti a cellulari e computer. In questo quadro, l’Azienda ha già raggiunto oltre 6.500 studenti, con incontri nelle scuole e iniziative pubbliche.