di
Enrica Roddolo

Dal 17 settembre il presidente Usa è atteso per una storica, seconda visita di Stato nel Regno Unito. Banchetto a Windsor come per Macron

A Windsor si lucida il celebre tavolo in mogano, orgoglio della regina imperatrice Vittoria, e curato con amorevole dedizione da Elisabetta II che su quel tavolo ha accolto gli ospiti più importanti, attenta a che i loro volti si potessero riflettere nel legno tirato a specchio. 

La storica, seconda visita di Stato per un presidente americano, Donald Trump, alla Corte di San Giacomo si avvicina. Il 17 settembre Re Carlo e Camilla con il principe di Galle, William e la principessa Catherine, Kate, daranno il benvenuto alla coppia presidenziale per la seconda volta accolta nel maniero che nel 1917 diede anche il nome al casato. Windsor. 



















































Presenti tutti i Windsor di prima linea, un banchetto di Stato è la massima espressione del cerimoniale Royal. Ma ci sarà una coppia assente: i duchi di Edimburgo, il principe Edoardo e Sophie. Non perché esclusi, anzi, proprio perché è la coppia sulla quale Carlo III si affida con totale fiducia, i dichi sono stati scelti per rappresentare il sovrano per rappresentarlo a Osaka in Giappone dal 18 settembre. 

Ma a quel tavolo, su invito di Trump non si siederà l’attuale ambasciatore britannico a Washington, Lord Mandelson, bensì Karen Pierce, la diplomatica che l’ha preceduto e che a differenza di Lord Mandelson – già spin doctor di Tony Blair al climax del new Labour – è entrata nel cuore dei repubblicani di Trump. La visita del presidente americano a Londra fino al 19 settembre, si avvicina con nuove piccole schermaglie, dopo il rifiuto o meglio l’impossibilità di offrire al presidente americano la tribuna della solennità simbolica di Westminster Hall. 

Unico privilegio che salvo cambi di programma non gli sarà concesso: parlare nella solennità di Westminster Hall, quel che resta dell’antica reggia dei re plantageneti oggi inglobato dalle Houses of Parliament… e dove hanno parlato Zelensky e Obama, Clinton e Reagan e da ultimo proprio Macron ospite di re Carlo in visita di Stato dieci giorni fa. Tecnicamente, sarebbe impossibile dato il timing della visita di Stato: settembre è il momento delle conferenze di partito fuori Londra. 

Resta il fatto che per Trump questa seconda visita di Stato sarà un grande successo e onore: ai presidenti al secondo mandato il sovrano britannico in passato ha offerto solo un pranzo, non una visita di Stato. Nel 2019 per i 75 anni del D Day, mentre la regina Elisabetta accoglieva il presidente Usa con la solennità di un banchetto di Stato a Buckingham Palace in cui aveva ricordato davanti a Trump la sua prima visita negli States «su invito del presidente Eisenhower», il tea time era stato a casa di Carlo, a Clarence House. E non era affatto scontato che Trump vedesse l’erede al trono britannico dopo che già un incontro «ravvicinato» era sfumato anni prima. 

A distanziare le due personalità una cosa, innanzitutto: il diverso atteggiamento verso l’ambiente, le tematiche sostenibili e ambientali. Da sempre cavallo di battaglia del principe di Galles. Ambiente, invece, non certo in cima agli obiettivi dell’inquilino della Casa Bianca nel primo mandato come in questo secondo mandato iniziato con lo slogan scandito il 20 gennaio scorso, all’insediamento: Drill baby drill. 

Senza contare che pochi mesi fa, a maggio, re Carlo era a Ottawa, per l’insediamento del nuovo premier Mark Carney ex governatore della Bank of England. Un gesto letto anche come un’espressione di soft power per indicare che sul Canada parte del Commonwealth britannico, Washington non può avere mire né tantomeno sognare di farne il 51mo stato dell’Unione. 

Quanto al banchetto di Windsor e a Mandelson, già eminenza grigia di Tony Blair e Gordon Brown al numero 10 di Downing Street, lavora da mesi a una visita di restituzione di re Carlo e della regina Camilla negli Usa, nel corso del 2026. Proprio quando gli Stati Uniti celebreranno i 250 anni, un quarto di secolo dalla dichiarazione di indipendenza… da un re britannico. Al tempo era Giorgio III, Farmer George per la passione per l’agricoltura, e colui che volle Buckingham Palace. E per quel che riguarda la cena, Lord Mandelson siederà comunque al tavolo in mogano del banchetto di Stato, non tra gli ospiti americani ma tra quelli britannici.

1 settembre 2025 ( modifica il 1 settembre 2025 | 17:08)