AGORDO (BELLUNO) – Rifugio alpino definito «sconsigliatissimo» in una recensione. Motivo? Panino farcito a 4 euro e sentiero «allucinante». Il gestore non ci sta e replica: «Le prese per i fondelli vanno fermate. Non siamo quassù per farci prendere in giro. Non siamo un autogrill». Accade di tutto in questa pazza estate in montagna e il mondo digitale legittima pareri che il più delle volte prima di essere resi visibili al mondo intero, anche in funzione dei sospiratissimi like, meriterebbero invece almeno una riflessione sul mondo della montagna e sui sacrifici di chi la custodisce a beneficio della collettività. Siamo al rifugio Carestiato, in comune di Agordo. Si raggiunge da passo Duran con una comoda passeggiata su una strada silvopastorale che può essere percorsa anche in auto (ma solo dai mezzi autorizzati come i gestori del rifugio per le normali operazioni di approvvigionamento). Solo il tratto iniziale presenta un breve salita.
In quota
La struttura è deliziosa e ben tenuta, con diversi posti sedere al coperto e altri sulla terrazza, ed è di proprietà della sezione agordina del Cai che cura anche, su base volontaria, la manutenzione dei sentieri della zona. Il gestore da 16 anni è Diego Favero, tra l’altro capo del Soccorso alpino di Agordo, che con la famiglia ne apre le porte ad alpinisti, ciclisti ed escursionisti in estate, e anche nei fine settimana d’inverno. Il panorama mozzafiato sulla conca agordina e sulle sue vette delizia lo sguardo, volgendolo indietro si nota la vicina maestosità della Moiazza che abbraccia il rifugio, posto lungo il percorso dell’Alta Via numero 1, e quindi particolarmente frequentato dai turisti da tutto il mondo.