di
Paolo Condò
Finite le trattative, agli azzurri il voto più alto. I bianconeri hanno un attacco che fa paura a tutti, mentre nerazzurri e rossoneri hanno avuto tante difficoltà
Nella sessione di mercato che si è chiusa ieri il Liverpool ha acquistato Florian Wirtz per 134 milioni, Hugo Ekitike per 90 e infine Alexander Isak per altri 150. Il Liverpool e altre spendaccione partecipano allo stesso torneo delle nostre squadre migliori, la Champions. Farlo con risorse infinitamente minori è una necessità che diventa merito quando, come nel caso dell’Inter l’anno scorso, vanno pure lontano. I voti — un gioco, ma fatto seriamente — ne terranno conto.
Partiamo quindi proprio dall’Inter per darle 6+. Marotta e Ausilio avevano tre obiettivi. Migliorare l’attacco, e il compito non difficile è stato eseguito; diminuire l’età media, e si poteva fare qualcosa di meglio (Akanji migliora Pavard, ma non all’anagrafe); trovare chi sappia saltare l’uomo, e su Lookman la sensazione è che ci si sia spaventati un po’ troppo presto della faccia feroce dell’Atalanta. Nelle pieghe dell’affare Zalewski, qualcosa ci si poteva inventare.
Meglio dell’Inter ha fatto la Juve (7), costretta a resettare in corsa la sua strategia una volta appurata l’impossibilità di cedere Vlahovic, a differenza di Douglas e Nico. Con Openda e Zhegrova l’ultimo giorno, più David da subito, ha costruito un reparto avanzato di spessore. Un difensore centrale forte in più non avrebbe guastato. Il Napoli sale da 7,5 a 8 perché alla conquista del miglior svincolato in circolazione (De Bruyne) e al sensibile allargamento qualitativo della rosa, ha aggiunto il blitz su Hojlund per rimediare alla perdita di Lukaku: mossa che non vale solo per l’immediato, ma prefigura il futuro del ruolo. Mezzo gradino sotto il Napoli, un 7,5 che per la serie A vale l’argento va assegnato al Como, che ha più soldi degli altri e soprattutto li spende — in controtendenza rispetto al resto d’Italia — per talenti giovani (solo Morata ha passato i 30) come fanno in Europa il Psg o il Chelsea: da Ramon a Rodriguez, da Kuhn a Baturina, il mosaico complessivo promette qualità. Se ci aggiungete la permanenza di Nico Paz, in serie A almeno per un altro anno, la prospettiva resta ambiziosa malgrado il k.o. di Bologna.
Il mercato più difficile da giudicare è quello del Milan perché in tre mesi ce ne sono stati diversi, e lo scivolone con la Cremonese ha rimescolato le carte. Alcuni balletti, quelli su Boniface e Harder in particolare, hanno riaperto un tema che si sperava archiviato, quello dei conflitti interni. Poi, i giocatori ci sono come in fondo c’erano anche l’anno scorso: Modric a una gara alla settimana non si discute, Nkunku a Lipsia era un cecchino, Rabiot è il pretoriano di Allegri per eccellenza, mentre non ci convince la difesa lasciata praticamente com’è. Alla fine è stato caricato tutto sulle spalle del tecnico, che le ha larghe, perché certe compatibilità sono tutte da trovare. Il 6 ci sta, per aumentarlo occorrono verifiche: è stato ceduto Reijnders, non a caso il bilancio della campagna è in attivo.
Senza voto per ovvi motivi la Lazio, la Roma vale un 6,5 per come si è liberata di un po’ di fuffa sostituendola con giocatori veri come Wesley e Ferguson. Peccato che l’ultimo giorno nessuno degli affari in forno sia stato concluso. Restando in zona europea l’Atalanta (6) fedele al suo gioco ha sostituito uomo su uomo: Krstovic per Retegui e Zalewski per Ruggeri, mentre non si è capito dove porterà l’impuntatura su Lookman. Ci aspettavamo di più dal Bologna (6-), che per il secondo anno consecutivo ha ceduto i pezzi migliori: Sartori è un totem, Heggem per Beukema pare adeguato, Rowe per Ndoye vedremo, perché il bilancio sia positivo occorre che Immobile e Bernardeschi siano almeno vicini a quelli di un tempo. Viceversa il mercato della Fiorentina, da Piccoli e Dzeko a Fazzini e Nicolussi, è pieno di idee (7) che Pioli dovrà concretizzare. Le altre squadre che hanno un’ipotesi di Europa in testa sono il Torino (6+), che con Asllani e Anjorin aggiunti a Casadei punta a un signor triangolo di centrocampo, e l’Udinese (6+) che a San Siro ha mostrato di aver assorbito le partenze di Lucca e Thauvin.
Non sarebbe serio inventarsi un voto alle altre squadre, perché nelle zone basse ogni diesse ingaggia una quantità di sconosciuti (a noi), e se ne indovina un paio salva la squadra e mette a posto il bilancio (Corvino e Sogliano i principi del genere). Però l’idea di portare Vardy a Cremona, in aggiunta a un buon numero di acquisti intelligenti (Zerbin, Baschirotto, Pezzella), merita un 7 a prescindere. Se poi funziona, viva.
2 settembre 2025 ( modifica il 2 settembre 2025 | 07:07)
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