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Nel mondo dell’automobile, pochi nomi hanno lasciato un’impronta così profonda e duratura come quello di Giorgetto Giugiaro. Non è solo un designer: è un visionario che ha saputo tradurre lo stile italiano in forme che hanno attraversato generazioni e continenti. Dietro alcune delle auto più famose del Novecento e del Duemila, c’è la sua mano, discreta ma geniale.


APPROFONDIMENTI

Le origini 

Nato nel 1938 a Garessio, un piccolo paese in provincia di Cuneo, Giugiaro cresce respirando arte: il nonno è pittore, il padre illustratore.

Non sorprende quindi che si iscriva giovanissimo all’Istituto d’Arte di Torino, dove viene notato da Dante Giacosa, storico progettista della Fiat. È proprio la Fiat a offrirgli il primo lavoro nel mondo dell’automobile.I primi lavori

Negli anni ’60 lavora per carrozzerie storiche come Bertone e Ghia, ma è nel 1968 che compie il salto decisivo fondando Italdesign. Il suo obiettivo? Unire creatività e ingegneria, bellezza e funzionalità. In pratica, rendere l’auto un oggetto bello non solo da guardare, ma anche da usare.

Giugiaro è l’autore di vere e proprie icone. La Volkswagen Golf prima serie, ad esempio, porta la sua firma: linee semplici, ma rivoluzionarie. La Fiat Panda? Un capolavoro di design minimalista e utilitario. E poi la mitica DeLorean DMC-12, resa immortale dal film Ritorno al Futuro – anche quella uscita dalla sua matita.

Ma il suo talento non si limita all’automobile. Nel corso della sua carriera ha disegnato fotocamere per Nikon, treni ad alta velocità, strumenti musicali, persino armi sportive per la Beretta. È la dimostrazione che il suo sguardo creativo riesce a spaziare tra settori diversi, sempre con coerenza e gusto.

I riconoscimenti

Nel 1999 è stato eletto “Car Designer of the Century”, un titolo che sintetizza l’influenza enorme che ha avuto sul design automobilistico globale. E ancora oggi, il suo lavoro è punto di riferimento per chi sogna di progettare l’auto del futuro.

Giorgetto Giugiaro ha dimostrato che il design non è solo una questione estetica, ma un linguaggio universale fatto di proporzioni, emozioni e funzionalità. In un mondo che corre veloce, le sue linee resistono al tempo, come opere d’arte in movimento.


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