Il grande salone della casa è diventata un laboratorio per questo nuovo linguaggio estetico. Con soffitti svettanti e proporzioni scenografiche, richiedeva gesti audaci. Lucido ha appeso lampade contemporanee provenienti dal Regno Unito, e non i previsti lampadari di cristallo, e ha spogliato i soffitti di cipresso pecky del loro rivestimento laccato arancione per restituirli alla loro bellezza grezza. “La stanza è molto grande e ha un soffitto molto alto. Avevo bisogno di qualcosa che riempisse il volume”, spiega l’architetto, “e mi sembra che questi lampadari abbiano un aspetto moderno, ma al tempo stesso hanno una certa formalità senza essere tradizionali”.
Poi c’è lo splendido tavolo da pranzo, che domina lo spazio come una scultura. “È un Karl Springer vintage, laccato, in pelle di capra, a pagoda. È molto bello”, dice Lucido. “E poi ha questo color burro, e aggiunge un po’ di lucentezza e di riflessi”.
Il colore è diventato la firma di Lucido in tutta la casa, ma non nei modi che ci si potrebbe aspettare da una residenza in Florida. “Non ho paura del colore. Mi piace usare il colore in tutti i miei spazi”, riflette. “È una sorta di mix di blu e giallo, come il mare e il sole, ma un po’ particolare. Ogni volta che seleziono i colori, si tratta di tonalità di giallo o di blu un po’ spente”.
La moderazione era altrettanto importante. “Ogni volta che vedo queste grandi stanze, trovo che siano troppo eclettiche e non mi piacciono mai. Perciò volevo che questa fosse piuttosto sobria”, dice Lucido.
Un lampadario italiano dorato degli anni ’60 di 1stDibs, appliques spagnole vintage di Petite Motif e comodini in rattan di Creel and Gow. Il letto custom è rivestito in lino di C&C Milano.