Prima di tutto, quel taglio d’alberi del tutto salvifico: a dire la verità, è stato l’unico gesto in contrasto con lo spirito originario della casa. Gli Eames avevano pensato alla natura densa come “un ammortizzatore contro la pressione della vita urbana”, ci ha raccontato Demetrios, a punto che, da quando ci sono entrati alla vigilia di Natale del 1949, la casa “non è evoluta assieme alla città (…) è rimasta in un suo mondo, e oggi più la città prova ad insinuarsi più lei si rinforza come oasi”.
È il luogo della vita privata e domestica degli Eames, dedicato alle idee più che al grande lavoro di studio – che dal 1958 si trasferisce interamente in un ex-magazzino a Venice: nella casa nasceranno giochi come la House of Cards, si lavorerà al montaggio di diversi film, musicisti come Elmer Bernstein verranno a comporre le loro colonne sonore, mentre figli e nipoti andranno e verranno, tra colazioni nel patio e lezioni di fotografia.