PORDENONE – PORTOGRUARO – «L’ultima visita che sono riuscito a prenotare in Friuli Venezia Giulia? Due anni fa, un’eco cardiaca in una struttura privata convenzionata a Porcia. Ora dovrei rifare l’ecocardio con Ecg, ma ho ricevuto per l’ennesima volta la stessa risposta. ‘Terminati i posti in convenzione per i fuori regione fino al 2026, gli appuntamenti possono essere presi solo in privato al costo di 150 euro’». A parlare è un 57enne portogruarese responsabile di un’agenzia di pratiche amministrative. L’uomo, che preferisce mantenere l’anonimato, ha problemi cardiaci cronici e per questa ragione deve sottoporsi a controlli costanti. Per anni, il 57enne si è servito delle strutture sanitarie friulane pubbliche o convenzionate, ma da qualche tempo ottenere una visita sarebbe diventata un’odissea. «Dopo numerose richieste all’Azienda sanitaria – continua il 57enne – ho ricevuto la risposta che temevo. ‘Le strutture private accreditate del Fvg possono erogare prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale fino al raggiungimento del tetto economico’. Ma il tetto – continua il portogruarese – è talmente basso che si esaurisce nei primi giorni dell’anno, di fatto penalizzando i pazienti fuori regione. A quel punto però ho scritto direttamente al ministero della Salute che in sostanza ha definito illegittima la posizione della Regione Fvg». Ma andiamo con ordine.
LA VICENDA
«Da anni mi sottopongo ad esami in strutture friulane dal momento che ottenere un appuntamento all’Ulss 4 del Veneto Orientale è molto difficile. O non c’è posto o ti mandano a Jesolo, per questa ragione preferivo il Friuli. Fino al 2020 tutto è andato liscio poi dopo il Covid, prenotare un esame è diventata un’odissea. Non trovavo più posto né tramite il Cup né nelle strutture convenzionate a cui mi ero sempre rivolto. Oltre a quella di Porcia, anche ad Azzano Decimo e Pordenone. E dopo innumerevoli richieste di spiegazioni, è arrivata la mail dell’Asfo in cui c’era scritto di rifarsi al tetto economico fissato dalla norma nazionale». Il 57enne non si è scoraggiato e si è rivolto a un avvocato. «Abbiamo inviato mail – spiega il legale Federico Battesta – all’assessore alla Salute della Regione Fvg Riccardo Riccardi e all’omologa veneta Manuela Lanzarin. Infine, abbiamo scritto al ministero che ha definito illegittima la posizione della Regione Fvg».