ROVIGO –  Il capitano Matteo Ferro appende le scarpe al chiodo già questa stagione e non la prossima, come era stato previsto insieme alla società. L’indiscrezione circola da qualche giorno nell’ambiente della FemiCz Rugby Rovigo.

Ieri il capitano l’avrebbe comunicato al patron Francesco Zambelli e alla squadra. Ferro avrebbe ricevuto un’offerta di lavoro importante per il futuro, che gli impedirebbe di dedicarsi al meglio alla palla ovale nella sua ultima stagione agonistica.

Se l’indiscrezione verrà confermata stasera allo stadio “Battaglini”, in occasione della sfida in famiglia Rossi contro Blu, inizio ore 19, sarà un’autentica bomba per la tifoseria. Non tanto per il ritiro in sè del capitano rossoblù. A 33 anni, quasi la metà passati a dare e ricevere colpi con la maglia del Rovigo in Serie A Elite, il riposo del guerriero è normale, fisiologico, sacrosanto. Quanto perché con l’addio di Ferro, dopo quelli di Edoardo Lubian, Nicola Quaglio e Andrea Bacchetti nel corso della scorsa stagione, si chiuderebbe una vera e propria era generazionale delle storia rossoblù.

L’epoca della rinascita per la FemiCz Rovigo. A livello dirigenziale ed economico, con l’impegno in prima persona come presidente dello sponsor Zambelli. A livello agonistico, con le prestazioni di questo gruppo di Bersaglieri usciti dal vivaio, dei quali Ferro, classe 1992, è il più giovane, ma è stato simbolo e leader.

Teo è stato un patrimonio di tutto il rugby italiano e della Fir, ma soprattutto è stato la bandiera della Rugby Rovigo nella quale ha vissuto da protagonista tutti i campionati dopo quello dell’indigesta finale 2011, persa al “Battaglini” contro il Petrarca e vendicata solo dieci anni al “Plebisicito”. Nel 2016 ha riportato lo scudetto a Rovigo dopo 26 anni. Ha vinto i tre successivi (2021, 2023, 2025) e due Coppe Italia (2020, 2025). È arrivato in finale tricolore in altre 5 occasioni (2014, 2015, 2017, 2019, 2022). Una carriera da annali, che lo affianca a quella dei “monumenti” del passato. Passerà il testimone a Matteo Moscardi, Paolo Uncini, Nicola Pomaro, Andrea Visentin, Nicola Bolognini, Luca Belloni. I Bersaglieri doc delle nuove generazioni sono loro, insieme al rodigino “adottivo” Pippo Cadorini.