di
Matteo Marcon

Ribattezzato «Spazio Moby», ospita la personale di Orlando Donadi: «Valore aggiunto per il centro»

Arte e impresa unite per far rinascere gli spazi dismessi del centro storico: un esempio concreto di questa simbiosi, che spesso viene teorizzata e incentivata dalle istituzioni, ma solo di rado trova spontanee e reali convergenze, lo si può apprezzare, ormai da qualche mese, al civico 36 di via Manzoni a Treviso. Si chiama «Spazio Moby» e in questo periodo ospita, su due piani, la mostra personale dell’artista trevigiano Orlando Donadi. Quadri, sculture, disegni: le opere sono oltre un centinaio. I visitatori hanno così libero accesso alle sue «Atmosfere Sospese», espressione che oltre a rappresentare il suo stile, in bilico tra visioni metafisiche e antiche tecniche pittoriche, è anche il titolo della mostra.

Il legame con la città

Classe 1943, trevigiano doc, Donadi è attivo fin dagli anni ‘60 e in oltre mezzo secolo di attività ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo. Rimane molto legato alla sua città: «Abbiamo una galleria in via Canova – ricorda la moglie Barbara, che da tempo lo accompagna come assistente – ma con l’apertura di questo nuovo spazio, frutto di un attento restauro conservativo, si è concretizzata la possibilità di dedicare al percorso artistico di Orlando Donadi una vera e propria personale, che è in parte una retrospettiva, con opere che risalgono a quasi 40 anni fa, soprattutto sculture, e anche un’occasione per esporre i suoi ultimi lavori».



















































Il vecchio mobilificio

La mostra, a ingresso libero, ha aperto i battenti a maggio e rimarrà allestita fino a dicembre. A rendere possibile il progetto ha contribuito anche lo spirito da mecenate di un importante imprenditore trevigiano, Remo Baldissin, titolare della Wpr-Taka, con sede a Spresiano. È lui, attraverso la «Moby Srl.», il proprietario dell’immobile. E si tratta di uno spazio, quello all’altezza dell’incrocio tra via Manzoni e via San Francesco, che ha una lunga tradizione che si pone proprio in un’ideale punto d’incontro tra il mondo della produzione e il «saper fare». Per oltre un secolo ha ospitato infatti la sede del mobilificio Moretti. Fino al 2013 sulle vetrine al piano terra campeggiavano le scritte «arredamenti» e «tessuti per la casa», mentre al primo piano era attivo il laboratorio. Per quasi una decina d’anni il contesto (al pari di molte altre vie del centro) è stato segnato dalle serrande abbassate. La svolta è arrivata qualche anno fa, con l’apertura di un cantiere che ha restituito quel palazzo storico a nuove funzioni.

Spazio Moby

Spazio Moby è un progetto che sembra porsi in controtendenza rispetto alla maggioranza degli investimenti immobiliari in città: il trend più diffuso, infatti, prevede destinazioni residenziali e in molti casi le storiche botteghe vengono sostituire da garage e autorimesse. Nei mesi scorsi il grande salone al primo piano ha ospitato un evento dedicato al tema della cybersecurity e all’intelligenza artificiale. La connessione tra Baldissin e Donadi nasce da frequentazioni di lunga data. L’imprenditore è infatti un collezionista delle opere dell’artista trevigiano. In una città che si appresta ad ospitare la mostra evento «Da Picasso a Van Gogh» e che reclama sempre più la propria vocazione turistica, la presenza di iniziative simili testimonia la capacità dei privati di svolgere una funzione di corollario rispetto alle strategie della città: «In molti – spiega Barbara Donadi – si meravigliano che a Treviso ci sia qualcosa di diverso e che venga interamente sostenuto dai privati. Per tutta la sua carriera mio marito è riuscito soprattutto con il sostegno di gallerie e collezionisti. Siamo felici che questa esperienza rappresenti un valore aggiunto per il centro storico e speriamo che sia d’esempio».


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29 agosto 2025