Il cambio di marcia di Patrick Pezzo Rosola è arrivato durante l’estate, e si è concretizzato nel mese di agosto. La prima esperienza con la maglia della nazionale, guidata da Dino Salvoldi, gli ha fatto trovare un colpo di pedale diverso. Da lì, era metà luglio, è arrivato un quarto posto al Trofeo Pian Camuno e la prima vittoria nella categoria juniores su strada. Il più piccolo, e il più testardo (per sua stessa ammissione, ndr) della famiglia Pezzo Rosola ha poi raccolto un secondo posto di assoluto spessore al Trofeo Paganessi lo scorso 31 agosto (in apertura Patrick Pezzo Rosola in maglia Petrucci Assali Stefen Marko, insieme al vincitore Georgs Tjumins e al terzo classificato Anatol Friedl, foto FCI).
«Diciamo che non lo aspettavo – racconta Patrick Pezzo Rosola – sapevo che ero in ottime condizioni visto che la settimana prima avevo vinto. Allo stesso modo ero consapevole del livello nettamente più alto del Paganessi, non sapevo bene cosa aspettarmi».
Pochi giorni prima del Trofeo Paganessi Patrick Pezzo Rosola ha trovato la sua prima vittoria da junior al GP Caffè Borbone
Pochi giorni prima del Trofeo Paganessi Patrick Pezzo Rosola ha trovato la sua prima vittoria da junior al GP Caffè Borbone
Sei arrivato secondo in mezzo ai due corridori della Grenke-Auto Eder, com’è stato correre contro di loro?
Difficile, perché vanno tanto forte. Ovviamente si allenano anche di più di me e della maggior parte dei ragazzi in gruppo, hanno altri materiali e una forza completamente diversa. Restare lì con loro e sfidarli però è bello, quando riesci a stargli dietro e a staccarli vuol dire che sei andato davvero forte.
Tu quante ore ti alleni a settimana?
Tra le quindici e le diciotto ore, poi cerco di fare le cose bene, di riposarmi e godermi tutto quello che un ragazzo di 17 anni fa normalmente. Esco con gli amici, faccio delle camminate, vado a correre ogni tanto. E poi fino a quando c’era la scuola mi sono concentrato sullo studio.
Dopo la prima esperienza in maglia azzurra Patrick Pezzo Rosola (qui il primo a destra) è cresciuto molto
Dopo la prima esperienza in maglia azzurra Patrick Pezzo Rosola (qui il primo a destra) è cresciuto molto
Quando li vedi arrivare in gruppo sembrano degli alieni o normali come gli altri?
No, li vedi già subito che sembrano fuori dal normale. Già solo a guardarli da fuori capisci che sono superiori.
E’ una cosa che spaventa?
Forse è dal nome della squadra e anche dai loro risultati che pensi di aver davanti corridori superiori. Non fanno paura, però sai che da un momento all’altro possono combinare di tutto.
Arrivare secondo vuol dire che alcuni di loro li hai messi alle spalle…
La gara di domenica (31 agosto, ndr) era dura e con il passare dei giri la selezione era sempre più importante. I ragazzi della Grenke-Auto Eder si sono mossi tutto il giorno, dal canto mio sapevo di dover restare tranquillo. Volevo giocarmi la mia occasione all’ultimo passaggio sulla salita, infatti ho attaccato e sono scollinato con una decina di secondi di vantaggio. Appena iniziata la discesa il lettone (Georgs Tjumins, ndr) mi è venuto a prendere.
Nel ciclocross il giovane di casa Pezzo Rosola ha fatto vedere ottime cose e nel 2025 aveva già conquistato il tricolore juniores
Nel ciclocross il giovane di casa Pezzo Rosola ha fatto vedere ottime cose e nel 2025 aveva già conquistato il tricolore juniores
Quando sei rimasto da solo con quei dieci secondi di vantaggio ci hai creduto?
Non più di tanto, sapevo che non sarebbero stati sufficienti per arrivare in fondo, poi quelli della Grenke dietro erano in tre e in qualche modo mi sarebbero tornati sotto. Per fortuna si è mosso solo Tjumins, una volta rimasti in due ho iniziato a credere di più nella vittoria. Ho collaborato perché nel ciclismo non si sa mai, ma nel falsopiano verso l’arrivo mi ha staccato.
Si è trattato di un tuo primo grande risultato in una gara lunga e difficile, è cambiato qualcosa?
Di solito in gare sopra un certo chilometraggio mi trovo peggio rispetto a quelle più corte, arrivando dal ciclocross non sono mai stato abituato a fare tanti chilometri. Qualcosa è cambiato con l’estate, perché dopo un inverno intenso a correre sul fango non ho caricato molto. Poi avevo la scuola e dovevo fare gli esami. Ho fatto un istituto professionale di tre anni, elettricista, e a giugno ho fatto l’equivalente della maturità. Una volta finito tutto ho avuto modo di allenarmi di più sulle lunghe distanze.
Il Giro della Lunigiana, che inizierà il prossimo 4 settembre, sarà un’altra prova importante per la sua crescita
Il Giro della Lunigiana, che inizierà il prossimo 4 settembre, sarà un’altra prova importante per la sua crescita
Tanto da aver trovato anche la prima vittoria al GP Caffè Borbone…
Alla fine mi mancava solo il successo, quindi è stata una bella riscossa anche da tutta la stagione. Su strada non vincevo da un po’ e dopo tanti piazzamenti è stato bello anche ritrovare il gradino più alto del podio.
Ora si fa rotta verso il tuo primo Lunigiana, emozioni?
E’ la prima vera gara tappe che faccio, soprattutto con questo un livello così alto. Il morale sarà più elevato rispetto al Baron, ma vedremo come andrà. Non mi aspetto nulla. So solo che sarà la mia ultima corsa su strada prima di fermarmi e preparare la stagione di ciclocross.
Il più piccolo di casa ha imparato ad ascoltare un po’ di più i consigli, ma a volte gli piace fare di testa sua
Il più piccolo di casa ha imparato ad ascoltare un po’ di più i consigli, ma a volte gli piace fare di testa sua
Sei ancora il testardo della famiglia?
Ancora sì, ma ultimamente cerco di ascoltare di più gli altri, soprattutto mio fratello Kevin. Con il passare degli anni ho capito che aveva ragione su tante cose sulle quali ci “scontravamo”. La principale direi che è l’alimentazione in gara, quando ero allievo mi ripeteva di mangiare in corsa per non arrivare stanco e svuotato alla fine. Io non lo ascoltavo perché comunque andavo bene. Poi quest’anno ho visto che in gruppo tutti mangiavano e prendevano dei gel, così mi sono chiesto se non stessi sbagliando. Ho iniziato a curare l’alimentazione anche io e ho visto che riesco a recuperare meglio.
Vi allenate insieme?
Ora che sono junior sì, riusciamo a uscire due o tre volte a settimana. Ma sugli allenamenti decido se ascoltarlo o meno a seconda di come mi gira (ride, ndr).