“Voglio vivere nella fragilità di una stella cadente, /immerso nella bellezza di un fiore, /fino a quasi soffocare di primavera.”. L’invito di Alessandro Angelelli, nella sua raccolta poetica “Attraverso i miei occhi” (La Corte Editore, 2024 pp. €14.90) è ad accogliere tutto quello che è fonte d’ispirazione, farne un dono che arricchisce il mondo interiore con la generosità delle immagini, la bellezza disarmante della vulnerabilità umana, l’abbraccio sincero e incondizionato delle emozioni.

La poesia di Alessandro Angelelli è una celebrazione autentica dell’essenza dell’anima, cattura fotografie del tempo, nell’immediatezza della percezione esistenziale sull’origine materiale e spirituale dei sentimenti umani, definisce la memoria della nostalgia lungo l’itinerario commovente e confortevole dei versi. Alessandro Angelelli ritrae l’inquadratura malinconica delle attese, registra la congiuntura delle parole tra sospensione e conferma, gli scenari ospitali del quotidiano in una visione che identifica il ricordo come intima necessità nel rapporto con l’essere, vincolando il legame dell’identità tra le associazioni affettive e le dimensioni dell’immaginario. Elabora l’inafferrabilità del dolore e lo trasforma in tramite di risanamento, celebra, attraverso il significato evocativo di ogni esperienza, la dimora dei luoghi come residenza del confine conoscitivo, compie il tragitto verso la consapevolezza, nell’intenzione di coltivare l’equilibrio e l’attenzione al momento presente.

L’autore invita il lettore a vivere appieno l’intensità di ogni tempo, accogliendolo nella sua espressione miracolosa di scoperta, nell’incanto di ogni risposta oracolare, accetta l’incertezza e l’imprevedibilità della vita, riuscendo a tramutare la natura delle tensioni in occasione di confronto e di crescita individuale.

L’esercizio poetico ristabilisce la cura dalle ferite profonde, allena il percorso dei desideri lungo la strada delle possibilità, ripercorre l’ordine di un pensiero poetante che si orienta nella condivisione della carezzevole asprezza della vita, nelle decisioni necessarie per fronteggiare l’esitazione e l’instabilità del presente.

“Attraverso i miei occhi” guarda alla promessa di esplorare e capire il mondo in cui viviamo, fortifica l’empatia, amplifica lo sguardo sull’eredità di un legame inestinguibile tra l’uomo e l’ambiente, inteso come territorio del sentire e contesto di formazione emotiva, sulla tradizione letteraria di un dire originario che decodifica la ricostruzione della propria dimora affettiva.

Alessandro Angelelli intuisce, focalizza e metabolizza la spontanea ed esegetica vocazione della poesia, interpreta la materia antica dell’amore, nelle sue alchemiche stagioni, nella corrispondenza felice dei ricordi, nella drammatica lacerazione spirituale del distacco. I versi incidono sulla pagina il coraggio intimo, personale della confidenza introspettiva, indicano la direzione del tragitto catartico di crescita e di maturità, rappresentano il riflesso dello spazio bianco della scrittura, riempito dall’incanto di una sincerità linguistica che approda apertamente al cuore del lettore. La capacità di accordare la linearità espressiva e la sensibilità raggiunge ogni parola carica di significato e di appartenenza, ogni osservazione sulle suggestioni sfuggenti delle voci familiari, in bilico sulle incognite della vita. Conquista, tra frammenti e silenzi, la superficie dell’invisibile, simbolo di meditazione poetica e della trama imperscrutabile del ritorno.

Rita Bonpadre