La camera da letto. Anche qui sono presenti opere d’arte. L’appartamento opsita: due sculture in bronzo di Costas Coulentianos (anni ’50), una statua di Robert Couturier (esposta al Musée Maillol) e una scultura di Vincent Batbedat. Le due grandi tele in lino sono opera del padre di Elena, Andreas Alexopoulos, che frequentò gli atelier de La Grande Chaumière a MontparnasseFoto Ines Silva Sa
Avete descritto questo progetto come un dialogo tra funzionalità e poesia. In quale momento del processo progettuale avete sentito che questo equilibrio era stato davvero raggiunto?
«Per la funzionalità abbiamo mantenuto la disposizione originaria dell’appartamento, che già funzionava perfettamente grazie alla nostra esperienza pre-ristrutturazione. La poesia, invece, nasce dai riferimenti alla Grecia: nei materiali, nel bagno concepito come una cava di marmo, nel tavolo e nel divano che richiamano le colonne antiche del Partenone, e nella scelta di artisti greci coevi alla costruzione dell’appartamento, come Costas Coulentianos. I dipinti di mio padre, che aveva vissuto qui da giovane, hanno contribuito a preservare l’anima della casa, così come le ceramiche, che evocano la ricostruzione di frammenti archeologici. In questo modo abbiamo voluto far emergere i richiami alla Grecia antica, rispettando al contempo lo spirito del luogo e l’anno di costruzione dell’appartamento».
Il bagno rende omaggio alle cave di marmo greche. Il marmo bianco di Kavala, ampiamente usato ad Atene, si abbina al marmo verde cipollino, le cui venature evocano i riflessi cangianti del Mar Egeo.Foto Ines Silva Sa
Come si può reinterpretare il patrimonio storico di un luogo senza cadere nella nostalgia o in un pastiche decorativo?
«Secondo noi significa preservare alcuni elementi e materiali originali dell’appartamento, combinandoli con funzionalità contemporanee e con un linguaggio di design attuale. Significa anche trarre ispirazione dal luogo stesso, dal mondo a cui appartiene, per mantenere vivo un legame tra passato e presente».