Il passo indietro di Schillaci Il 16 agosto, dieci giorni dopo la nascita del nuovo NITAG, Schillaci ha revocato la nomina di tutti i suoi componenti. «La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore. Con questo spirito abbiamo sempre lavorato e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini», ha dichiarato in una nota.

La decisione, però, non è piaciuta a tutti: alcuni esponenti della maggioranza l’hanno criticata.

«Io ho letto le interviste di questi due medici che non conosco, che non si definiscono no-vax, che soprattutto per l’obbligo vaccinale nei confronti dei minori avevano dei dubbi, che avevano e hanno milioni di italiani e migliaia di medici. Quindi non ci sono dei dogmi. E da un comitato consultivo di venti persone azzerare chi non la pensa come il mainstream non mi sembra scientificamente corretto», ha dichiarato il leader della Lega, e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. «Detto questo, il ministro ha deciso di testa sua, cioè prima ha nominato la commissione, poi se l’è autoazzerata. Evidentemente al ministero c’è qualcosa che non funziona, perché o si è distratto prima o si è distratto dopo: delle due l’una, visto che le ha firmate lui, li ha rimossi lui».

Un giudizio analogo è arrivato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che in un colloquio con Il Foglio ha dichiarato: «La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Lo è statisticamente, ma lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle è la strada maestra». Anche Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, ha sostenuto che «chi si nasconde dietro la parola “scienza” per impedire il confronto in realtà indebolisce proprio la scienza e viene il dubbio che qualcuno non voglia difendere la scienza ma ben altri interessi».

Forza Italia, invece, si è schierata dalla parte di chi criticava le nomine. Licia Ronzulli, vicecapogruppo al Senato, ha spiegato a La Stampa: «Viviamo in un periodo in cui la disinformazione è molto diffusa e pericolosa. Era giusto e doveroso, dunque, sgombrare il campo da ogni ambiguità, per non minare la fiducia collettiva nel sistema sanitario. Credo sia fondamentale che chi siede in organismi così delicati abbia una storia di coerenza con i dati scientifici».

Resta da capire se la vicenda avrà conseguenze sul governo e sul ministro della Salute. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma secondo fonti di stampa non avrebbe gradito la gestione di Schillaci.