Il comune di Fiumicino, inteso come palazzo istituzionale, trema ancora. Il secondo filone di inchiesta sugli appalti pubblici, infatti, ha acceso i fari anche su alcuni esponenti politici. Tra tutti l’assessore al commercio Raffello Biselli e Federica Poggio, già assessora del comune di Fiumicino, e che lo scorso giugno aveva deciso di dimettersi dopo l’iscrizione nel registro degli indagati nella prima parte dell’inchiesta.
Un “terremoto” che ha interessato Fiumicino figlio di un’indagine, coordinata dalla procura di Civitavecchia, su illeciti legati alla gestione degli appalti pubblici. L’attenzione degli investigatori si è concentrata sul periodo 2016-2023, dunque durante gli anni della precedente amministrazione.
Alcuni affidamenti contestati si sarebbero protratti fino al 2024 e non solo, motivo per cui sono stati iscritti nel registro degli indagati anche esponenti dell’attuale compagine di governo cittadino. In questo secondo filone, infatti, anche per Poggio è arrivata una misura cautelare, quella dell’obbligo di presentazione ai carabinieri e di firma. Il suo nome compare nell’ordinanza firmata dal gip Matteo Ferrante per oltre 350 volte.
Terremoto a Fiumicino. Mazzette in cambio di appalti, chi sono i funzionari arrestati e gli assessori indagatiI nomi degli indagati
Tra i nomi eccellenti spicca quello dell’imprenditore Andrea Bianco, patron della Lea Production, per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora. Bianco avrebbe agito in accordo con il direttore artistico Massimo Guelfi, ora agli arresti domiciliari. Gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per Katia Melchiorre, legale rappresentante della coop Km Service, accusata di aver contribuito ad apparecchiare, per così dire, il progetto ‘Cultura e innovazione tecnologica’, e per Antonio Scarpelli, gestore della società Am eventi e luminarie, coinvolto nelle installazioni natalizie dello scorso anno.
Coinvolti anche diversi esponenti dell’amministrazione comunale come l’assessore al commercio Raffaello Biselli che dovrà presentarsi quotidianamente alle autorità per aver, secondo l’accusa, turbato la gara per il progetto ‘La Città di Fiumicino’. Il dirigente comunale Giuseppe Galli è stato interdetto perché avrebbe inquinato gli appalti relativi alle luminarie. Infine, all’imprenditore Sebastiano Pullo è stata applicata l’interdizione temporanea dai rapporti con la pubblica amministrazione.
Determinanti, secondo i finanzieri e la procura di Civitavecchia, le intercettazioni che avrebbero svelato una serie di conflitti di interessi. “Faremo un affidamento diretto perché siamo sotto soglia però dovete avere pazienza”, si sente in una conversazione captata. E ancora, in un’altra: “Amo trovato un rimedio pè l’anno prossimo. Senza gara e senza niente. Nun c’è ‘o limite, non c’è limite di gara”.
Il ruolo di Federica Poggio
Nello specifico delle posizioni dei due esponenti della giunta del sindaco Mario Baccini (lui estraneo ai fatti ndr), Federica Poggio è, “senza ombra di dubbio, la di matrice politica più allarmante emersa dall’attività di indagine, pienamente associata a Massimo Guelfi con il quale ha condiviso l’intera linea di politica criminale”, sottolinea il giudice.
Le intercettazioni e le dichiarazioni rese dagli indagati nei rispettivi interrogatori “restituiscono l’immagine di un assessore che ha travalicato il limite e, lungi dal dettare esclusivamente l’indirizzo politico, si è capillarmente ingerita nell’azione amministrativa di chi ha preteso di stabilire tempi, modi e contenuti, attuando pesanti ritorsioni nei confronti di coloro, per le più varie ragioni, non hanno assecondato i suoi disegni criminali”. Secondo il gip Ferrante “non è un azzardo affermare che Poggio ha strumentalizzato l’investitura politica per tiranneggiare e distribuire prebende in favore di accoliti e imprenditori compiacenti, dando la stura ad una gestione clientelare dell’apparato amministrativo”.
E c’è di più, perché secondo il magistrato le dimissioni di Poggio dall’incarico di assessore appaiono “neutre o quantomeno non dirimenti. L’indagata ha, difatti, dato prova di poter contare su un solido appoggio politico all’interno del Comune e dispone di una fitta schiera di funzionari compiacenti attraverso i quali, sebbene formalmente cessata dalla carica, potrebbe agevolmente continuare di fatto a gestire totalmente la cosa pubblica, strumentalizzandola per i suoi fini. In altri termini, il peso politico di Poggio, attraverso il quale ha dato corso alle illecite collusioni, precede e prescinde dall’incarico formalmente ricoperto”.
La posizione dell’assessore Biselli
L’assessore Biselli, anche lui, “è risultato infatti, se non coinvolto, certamente a conoscenza anche della ben più grave vicenda illecita relativa all’affidamento delle luminarie natalizie”, come si evince dalle sue stesse parole riportate nell’ordinanza: “Federica (intesa come Poggio ndr) m’ha detto li a natale amo parlato eh però ancora vabbè mo fatto sta delibera hanno trovato st’escamotage co, co le proloco”. Secondo il gip Biselli sarebbe stato avvezzo “al sistema clientelare nella spartizione delle pubbliche commesse realizzato attraverso l’artificiosa parcellizzazione dei lotti di gara in modo da non superare le soglie al di sopra delle quali scatta l’obbligo di procedere nelle forme dell’evidenza pubblica”.
Secondo il gip, inoltre, Biselli “aderendo ad una mentalità delinquenziale e corporativa tesa a strumentalizzare e abusare del ruolo assessorile da lui rivestito, si è reso disponibile ad attuare ritorsioni nei confronti di un indagato, reo di aver disobbedito agli ordini ricevuti perché voleva favorire un altro imprenditore a lui più vicino”.
Le conseguenze politiche
L’impatto delle indagini ha avuto chiaramente un effetto domino sul lato politico. L’amministrazione comunale di Fiumicino ha preso atto, sottolineando che i fatti oggetto dell’indagine assicurano da parte dell’Amministrazione “un atteggiamento improntato alla massima serietà e rispetto nei confronti dell’azione giudiziaria, confermando la piena disponibilità a collaborare in ogni forma e sede”. Il Sindaco Mario Baccini, pertanto, sarà ascoltato nei prossimi giorni per offrire il “proprio contributo sulle vicende, nella piena collaborazione istituzionale e nella massima trasparenza, in linea con lo spirito con cui la città di Fiumicino sta affrontando la vicenda”.
Una presa di posizione che, tuttavia, non sembra bastare al Partito Democratico. “Le parole utilizzate dal procuratore della Repubblica, Alberto Liguori, per descrivere le commistioni nel comune di Fiumicino sono inquietanti. Non possiamo non esprimere forte preoccupazione per le implicazioni di tutta questa vicenda. Il sindaco e l’intera giunta comunale devono prendere atto della gravità dei provvedimenti posti in essere dalla procura di Civitavecchia e assumersi, senza rituali negazionismi o minimizzare la realtà, la piena responsabilità politica del fallimento della gestione amministrativa che ha permesso che tali condotte illecite e tali dinamiche di collusione trovassero terreno fertile”, conclude la nota.