L’aggressione subita dal dottor Gianquinto Mardegan a Paese, da parte di un paziente in attesa di farsi visitare, non è un episodio isolato, ma l’ennesimo drammatico segnale di una sanità veneta che non funziona. A denunciarlo è il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, Andrea Zanoni. «Esprimo la mia più profonda solidarietà al dottor Mardegan, che tra l’altro è anche il mio medico, e a tutti i suoi colleghi dello Studio Mardegan di via Pravato. La sua professionalità e dedizione sono note e posso assicurare che lui e gli altri medici del suo studio hanno sempre mostrato il massimo rispetto per i pazienti e la massima puntualità. Purtroppo, l’accaduto evidenzia come la Giunta Zaia abbia fallito nella programmazione sanitaria, creando un sistema al limite del collasso, in cui i medici di famiglia sono costretti a farsi carico di numeri insostenibili».
Zanoni ricorda il dato allarmante che vede il Veneto all’ultimo posto in Italia per borse di studio destinate ai nuovi medici, una carenza che ha portato i medici di base ad avere in carico fino a 1.800 pazienti e, in alcuni casi, con deroghe che arrivano a 2.000 e oltre. Se poi penso alla situazione di Paese, il mio comune, sottolineo come la Casa di Comunità di Via Olimpia che doveva aprire a luglio sia ancora un cantiere in alto mare e che la guardia medica di Via San Luca è chiusa da anni nonostante le promesse di Pulcinella della Sindaca e dell’Ulss di una sua riapertura. «Solo ieri ho presentato un’interrogazione urgente per chiedere alla Giunta di intervenire sulla situazione drammatica che si è verificata a Montebelluna e Trevignano, dove la pensione di due medici ha lasciato migliaia di cittadini senza assistenza, costretti a code interminabili per trovare un nuovo medico. Queste persone, spesso anziani o con difficoltà, devono subire disagi inaccettabili. Il 29 luglio scorso ho presentato invece un’interrogazione sui 1600 cittadini rimasti senza medico dopo il pensionamento della Dottoressa Rocco di Castagnole. Non si può più tollerare che la Regione continui a ignorare il problema, mettendo a rischio la salute dei cittadini e la sicurezza dei professionisti sanitari. Con 700.000 cittadini veneti senza medico di medicina generale serve un’azione immediata e un piano concreto per il futuro».
«Gli episodi di violenza o aggressività nei confronti dei medici sono anche un segnale di inciviltà e di arroganza. Esprimo tutta la mia solidarietà al dottor Mardegan, Medico di Medicina Generale con studio a Paese, che è stato aggredito da un paziente, come si legge dalle cronache, per essere arrivato in studio con 20 minuti di ritardo». Così ha replicato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, alla luce dell’aggressione subita ieri dal sanitario. «Partendo dal presupposto che un’aggressione fisica è un reato – prosegue Zaia – ciò che colpisce è l’incapacità di certe persone, troppe visto il numero di episodi, incapaci di dare ai sanitari il rispetto che meritano, per il difficile lavoro che fanno e per il servizio alla collettività fornito alla gente che ne ha bisogno. Consola in questo caso – conclude Zaia – il comportamento encomiabile da parte degli altri pazienti del dottor Mardegan e dei suoi colleghi di studio, che si sono mobilitati per far sentire loro vicinanza, solidarietà e gratitudine. Ancora una volta si conferma che la gente per bene è la stragrande maggioranza».