Ieri, invece, per l’arrivo al Festival di Venezia 2025, Valeria Bruni Tedeschi aveva scelto un look casual di Brunello Cucinelli. L’outfit era composto da un blazer a quadri, da un T-shirt e da un paio di jeans.
Valeria Bruni Tedeschi in Brunello Cucinelli
Aldara Zarraoa/Getty ImagesValeria Bruni Tedeschi splendida e rivoluzionaria nei panni di Eleonora Duse «L’arte è uno strumento di pace. Il lavoro? Per me è ossigeno»
Un ruolo scritto appositamente per lei, perché nessuno avrebbe potuto incarnarla. Parola di Pietro Marcello. Valeria Bruni Tedeschi si trasforma, anzi diventa, la “Divina” Eleonora Duse, la regina del teatro di sempre, “l’ottava meraviglia del mondo”, come a suo tempo qualcuno la descrisse, e lo fa interpretandone il suo spirito assoluto, la fragilità, la forza dirompente nel sapersi rialzare, in quella che rimarrà una delle sue trasformazioni più immersive.
La Duse, vista così come un oracolo da affrontare, superare, e (ri)abbracciare al tempo stesso, è ancora moderna. Il regista nato a Caserta, già autore di Martin Eden e Bella addormentata (due grandi lavori visionari), sembra dirigerla ammirato, guidandone movenze e parole, nell’ultimo film, Duse (in sala dal 18 settembre con PiperFilm, ndr).
«La Duse, senza saperlo, aveva capito il metodo», dice la Bruni Tedeschi. «Stanislavskij e Checov la adoravano, in tre parti del mondo qualcosa del mestiere dell’attore stava cambiato, e lei scoprì qualcosa, cercava la verità. Ora mi sono riconnessa a questa figura e ne sono felice, è una persona con la quale volevo diventare amica, spero mi voglia un po’ bene. Mi sono ispirata leggendo la biografia e le lettere scritte alla figlia di Enrichetta, un tesoro di scrittura».