A 38 anni Nole diventa il più anziano a raggiungere la semifinale in tutti gli Slam. Dalla routine alimentare ai punti fermi del suo team, come si gestisce un campione che resta sempre sulla cresta dell’onda
Giornalista
4 settembre – 07:55 – MILANO
Eternità, spalanca le tue braccia. A 38 anni suonati, Novak Djokovic è diventato il giocatore più vecchio a raggiungere almeno la semifinale in tutti gli Slam dell’anno. Un fenomeno di longevità che domani proverà ad opporsi alla straripante gioventù di Alcaraz, contro il quale peraltro ha vinto gli ultimi due confronti diretti, in finale all’Olimpiade l’anno scorso e ai quarti degli Australian Open 2025.
il team—
Dalla fine del 2010, quando scoprì di essere celiaco, il Djoker ha scelto uno stile di vita improntato alla profonda conoscenza delle proprie energie e al controllo di tutto ciò che il corpo assume, innanzitutto attraverso il cibo. Per quanto riguarda l’aspetto agonistico, ormai il vincitore di 24 Slam segue un calendario che prevede senza dubbio i Major e poi i tornei più importanti, con lunghe pause tra un appuntamento e l’altro (prima di New York, aveva giocato solo a Wimbledon) per stare di più in famiglia e recuperare dalle fatiche. Quest’anno ha giocato dieci tornei, ma un paio (Brisbane e Ginevra) li ha messi in programma per raggiungere il benedetto traguardo del 100° titolo Atp (e ci è riuscito in Svizzera). Intanto, dal punto di vista tecnico, l’ex n.1 (per 428 settimane, un record) dopo essersi separato da Ivanisevic e aver collaborato con Murray per appena sei mesi, in pratica si sta autogestendo: ad affiancarlo nel lavoro quotidiano adesso c’è Boris Bosnjakovic, che era stato allenatore del programma giovanile del Novak Djokovic Tennis Centre a Belgrado nonché a lungo assistente dello storico coach di Nole, Marian Vajda. Nello staff ci sono poi il preparatore atletico Dalibor Sirola, il croato che ha lavorato anche con Jannik Sinner agli inizi della carriera del numero uno, e che era già stato con Novak, nonché il fisioterapista Claudio Zimaglia.
la routine—
Fuori dagli allenamenti, inizia la giornata con un momento di silenzio: “Il momento in cui mi sveglio è sempre una preghiera. È sempre un’espressione di gratitudine, prima di tutto per essere vivo, per avere un’altra possibilità di vivere quel giorno”. Subito dopo, si idrata con una bevanda speciale: acqua tiepida mescolata con limone, un pizzico di sale e una miscela idratante per reintegrare i minerali. La colazione è leggera ma sana: beve spesso frullati a base di frutta come bacche e datteri, insieme a cibi energetici come semi di canapa, polvere di maca e spirulina blu: “Adoro i datteri, potrei mangiarli tutto il giorno”, ha detto. Aggiunge anche una polvere verde a base di alghe. Nole non fa affidamento sul caffè, magari beve un tè verde ogni tanto e per darsi energia utilizza il miele di Manuka, che proviene dalla Nuova Zelanda ed è altamente nutriente perché si ricava da piante che crescono su terreni poverissimi di acqua e dunque assorbono gran parte dei minerali del terreno.
in movimento costante—
Che faccia o meno una sessione di tennis, rimane comunque dinamico ogni giorno. Le sue attività preferite includono nuotare in mare, andare in bicicletta, fare escursioni, correre e giocare a calcio, basket, padel e persino a ping pong. Per Djokovic, il movimento non riguarda solo la forma fisica: lo aiuta a rimanere calmo e concentrato. Dopo essere rimasto attivo tutto il giorno, Djokovic conclude la giornata con il recupero. Utilizza bagni di ghiaccio e sedute di sauna per rilassare i muscoli e preparare il corpo per il giorno successivo: così riduce gli indolenzimenti e mantiene alti i livelli di energia.
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