di
Paolo Salom

In passerella 11 pezzi bellici mai visti prima in pubblico

Uno spettacolo marziale. Il trionfo della perfezione. Dal momento in cui l’ufficiale in comando, ritto attraverso il tettuccio della sua limousine Hongqi (Bandiera Rossa), ha salutato il «compagno presidente» e ricevuto il benestare: «Cominciate!», la parata ha rivelato al mondo di che cosa è capace la Cina post-maoista. Xi Jinping, un sorriso benevolo stampato sul viso, sempre al centro della scena, accompagnato dagli alleati-comprimari, si è così preso la soddisfazione di contraddire Deng Xiaoping, l’uomo dell’apertura e delle riforme che ammoniva i suoi compagni: «Non mostrate mai apertamente di che cosa siamo capaci!», e ha finalmente manifestato l’ambizione della Repubblica popolare: guidare il mondo e ritrovare lo splendore imperiale. 

Laser, missili ipersonici e la triade nucleare: un arsenale hi-tech

I mezzi per raggiungere lo scopo? L’economia, certo. Non per nulla il Dragone è diventato la fabbrica universale, il centro della nuova Via della Seta. Ma soprattutto la forza militare. Xi Jinping ha deciso che lungo il viale che taglia in due parti simmetriche Pechino, ieri sfilassero anche le armi più moderne realizzate dal genio cinese. Armi che forse lo zar Putin vorrebbe poter usare nella sua avventura ucraina: a cominciare dai missili ipersonici antinave, destinati a contrastare la (finora) imbattibile potenza marittima degli Stati Uniti. Si chiamano YJ-19 e, per quanto non sia chiaro se già operativi, sarebbero capaci di superare le difese delle portaerei americane garantendo la superiorità nel Pacifico. 



















































Sempre nel campo della Marina da guerra, sono stati mostrati due droni sottomarini di nuova concezione che potrebbero avere un utilizzo combinato: sorveglianza delle coste avversarie da remoto e capacità di colpire vascelli da grande distanza esattamente come i siluri. E poi ecco i droni aerei dalle forme inedite e potenzialmente invisibili ai radar come il modello AJX002, prototipo che potrebbe essere dotato di razzi esattamente come quelli in uso in Occidente. Grande spazio è stato dato missili tattici e intercontinentali capaci di trasportare testate nucleari multiple: le forze armate della Repubblica popolare dispongono al momento, secondo gli studi, di circa 600 atomiche, ma l’arsenale da «fine di mondo» è in rapido incremento con l’obiettivo di raggiungere la parità strategica con gli Stati Unti (e la Russia). 

Alla sfilata hanno partecipato — con grande frastuono — carri armati progettati e costruiti interamente in Cina: secondo gli esperti, sarebbero dotati di protezioni elettroniche innovative e, in particolare i trasporto-truppe — potrebbero essere lanciati da aerei cargo dietro le linee nemiche. 

In questo caso, l’avversario più naturale è l’esercito taiwanese, finora protetto dallo Stretto che separa l’isola ribelle dal continente. In tutto, sono stati fatti sfilare 11 prodotti dell’industria bellica nazionale mai visti prima in pubblico, compreso un modernissimo laser capace di distruggere i satelliti spia del nemico. Armi che per lo più portano un nome comune, Dongfeng, Vento d’Oriente: una metafora dei rapporti di forza internazionali, ormai soggetti al soffio della nuova Cina. L’Occidente è avvertito.

4 settembre 2025