C’è un momento, nelle fotografie di Helmut Newton, in cui il Mediterraneo smette di essere un luogo e diventa un filtro, un modo di guardare il mondo. È quell’attimo sospeso tra la luce di una spiaggia di Saint-Tropez e l’ombra di un hotel di Monaco. È a questa geografia dello sguardo che la Helmut Newton Foundation di Berlino dedica la sua nuova doppia mostra, Newton, Riviera e Dialogues. Collection FOTOGRAFIS x Helmut Newton, dal 4 settembre 2025 al 15 febbraio 2026.

Non è la prima volta che la Fondazione scandaglia i paesaggi interiori ed esteriori del fotografo naturalizzato australiano – dopo Hollywood (2022) e Berlin, Berlin (2024/25) – ma qui il viaggio è più personale. Curata da Matthias Harder e Guillaume de Sardes, Newton, Riviera riprende la storica esposizione del 2022 a Villa Sauber, Monte Carlo, e la porta finalmente a Berlino, dove Newton riposa ma non smette di muoversi: nei suoi scatti, nelle sue ossessioni, nelle sue fughe verso il mare.

All’inizio degli anni Ottanta Newton molla Parigi come si lascia un amore troppo snob e si trasferisce a Monte Carlo, sulla Riviera. Non una fuga, ma un cambio di scena: dalle ombre della capitale francese alla luce accecante della Riviera. Nel suo appartamento-monolito, al quarto piano di un palazzo che sembra uscire da un film di Hitchcock, nascono storie che ridefiniscono la fotografia di moda. È lì che prende vita The Woman on Level 4, serie enigmatica che trasforma il tran tran quotidiano in performance. E poi ci sono le estati trascorse a Ramatuelle, vicino a Saint-Tropez: rifugio, ma anche set. Per Vogue US e il calendario Pentax, Newton alterna il bianco e nero severo alle cromie sature che sembrano anticipare il cinema di Wong Kar-wai. Cannes, Nizza, Cap d’Antibes, Menton, Saint Jean Cap Ferrat, perfino Bordighera (oltre il confine italiano): ogni luogo diventa un pretesto per sperimentare i suoi tre linguaggi – moda, ritratto, nudo – sempre con quella punta di ironia che scandalizzava i benpensanti e divertiva tutti gli altri.

La mostra berlinese segue questo percorso con una selezione di stampe originali di grande formato, dai primi libri (White Women, 1976) fino a Yellow Press (2003), quasi un testamento. La Riviera è sempre lì: a volte esplosiva, a volte discreta, ma sempre complice. Non a caso l’ultimo servizio di moda verrà scattato proprio sulla costa di Monaco, come un cerchio che si chiude. In parallelo, Dialogues. Collection FOTOGRAFIS x Helmut Newton mette Newton in conversazione con altri sguardi e altre ossessioni fotografiche, ampliando la riflessione sull’immagine come gioco di potere, desiderio e messa in scena.

Courtesy Helmut Newton Foundation

Courtesy Helmut Newton Foundation 

La Helmut Newton Foundation, come di consueto, accompagna le mostre con un libro. Newton, Riviera, esibizione su cui si è concentrata la nostra attenzione, è pubblicato da Gallimard e, in edizione internazionale, da Prestel. Per chi vuole portarsi a casa un frammento di questa luce mediterranea o, semplicemente, avere un alibi colto per un nuovo coffee table.

Alla fine, la Riviera del grande fotografo non è un semplice fondale da cartolina, è più dark, più ironica, decisamente più affilata. È un set dove l’eleganza rischia di finire per terra per i tacchi a spillo troppo alti. Anche a Berlino, lontano dalle onde, quegli scatti continuano a fare scandalo. Ma forse è questo il punto: Newton non fotografava la Costa Azzurra, ma la vertigine che ti prende quando pensi – sbagliando clamorosamente – di averla conquistata.