La pertosse ritorna a far parlare di sé. Considerata a lungo una malattia del passato grazie alle campagne vaccinali che ne avevano drasticamente ridotto la diffusione, oggi registra un nuovo aumento di casi in diversi Paesi europei e non solo. Una recrudescenza che mette in allarme le autorità sanitarie. A parlarne in una delle sue pillole di medicina social è anche l’infettivologo Matteo Bassetti.

“La pertosse è una malattia infettiva batterica che colpisce le vie respiratorie dando un quadro molto impegnativo che può portare anche alla morte, soprattutto nei bambini. È una malattia prevenibile con la vaccinazione”, esordisce.

Il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova passa in rassegna l’epidemia di pertosse in Toscana: “Tra il 2016 e il 2024 ci sono stati circa 385 ricoveri di cui 260 sono avvenuti nel 2024. Sono stati colpiti soprattutto gli adolescenti tra i 10 e i 16 anni, ma anche molti lattanti che non avevano ricevuto le dosi di vaccino”.

“Per i lattanti, bisogna vaccinare le mamme che passano gli anticorpi ai neonati durante la gravidanza – consiglia – Per gli adolescenti la quinta dose si fa tra i 12 e i 18 anni. Quindi evitiamo ritardi nella vaccinazione. Non è solo importante vaccinarsi ma la puntualità delle vaccinazioni”.

“La pertosse è una malattia che avevamo sconfitto che, per il fatto che le mamme non si vaccinano in gravidanza e non vaccinano i loro figli, purtroppo sta tornando fuori. Attenzione perché è una malattia davvero grave che rischia di portare alla morte i nostri bambini”, conclude Bassetti.

Cos’è la pertosse

La pertosse è un’infezione respiratoria causata dal batterio Bordetella pertussis. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva e colpisce in modo particolare i bambini non ancora vaccinati o troppo piccoli per aver completato il ciclo vaccinale.

Tuttavia non risparmia adolescenti e adulti, nei quali può manifestarsi con forme meno riconoscibili, ma comunque in grado di alimentare la circolazione del batterio.

Ritorna la pertosse, i sintomi

Il quadro clinico è caratterizzato da una tosse persistente e convulsa, spesso accompagnata da un tipico “urlo inspiratorio” dopo la serie di colpi di tosse. Nei bambini più piccoli gli attacchi possono essere così intensi da provocare vomito, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, complicazioni come polmonite o crisi convulsive.

Negli adulti i sintomi tendono a essere meno drammatici e possono essere confusi con una comune bronchite, favorendo così diagnosi tardive e una diffusione non controllata del contagio.

Diagnosi e cure

La diagnosi richiede test specifici e la terapia prevede l’impiego di antibiotici, che risultano più efficaci se somministrati nelle prime fasi della malattia.

Nei casi avanzati il trattamento si concentra soprattutto sul controllo dei sintomi e sul monitoraggio delle complicazioni, con particolare attenzione ai neonati, che rappresentano la fascia di popolazione più a rischio di forme gravi e ricovero ospedaliero.

Ritorna la pertosse, prevenzione e vaccini

Le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza della vaccinazione, che resta la principale forma di prevenzione. Il vaccino contro la pertosse è incluso nei programmi di immunizzazione infantile e garantisce una protezione elevata, seppur non permanente.



Proprio per questo, negli ultimi anni si raccomanda il richiamo in età adolescenziale e adulta, e in particolare per le donne in gravidanza, al fine di proteggere i neonati nei primi mesi di vita.
TUTTE LE NOTIZIE DALL’ITALIA E DAL MONDO SU LIVESICILIA